Manipolazioni Periferiche

I principi fondamentali della terapia manuale in generale ma anche delle manipolazioni periferiche che sto per insegnarti, sono: l’autoguarigione e la relazione riferita tra la struttura e la funzione. Il corpo umano contiene tutti i mezzi necessari per prevenire le malattie, appunto l‘autoguarigione. Ma non sempre è possibile.

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Il principio dell’autoguarigione attraverso le Manipolazioni Periferiche

L’Autoguarigione è possibile? Scoprilo con il mio corso per fisioterapisti nel quale tratteremo gli aspetti generali: cos’è, come si effettua e quali sono le indicazioni (e le controindicazioni) di un trattamento manipolativo.

Autoguarigione: il corpo umano contiene tutti i mezzi necessari ad eliminare e prevenire le malattie. La condizione che ciò si verifichi però, può avvenire esclusivamente se i sistemi di autoregolazione sono liberi di funzionare correttamente.

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Condizioni dolorose muscolo-scheletriche

Struttura-Funzione: gli ostacoli che si possono frapporre sono da ricercare nelle strutture corporee, più precisamente nel sistema mio-fascio-scheletrico. A seguito di traumatismi diretti o indiretti, le articolazioni possono subire delle modificazioni funzionali che sono l’origine della maggior parte delle condizioni dolorose muscolo-scheletriche.

In quali fasi vengono suddivise le Manipolazioni Pericheriche?

Quali sono le fasi delle tecniche di manipolazioni periferiche? Puoi scroprirlo facilmente con il mio video Corso Manipolazioni Periferiche che ho realizzato dopo anni di studi e pratica, oppure continua a leggere.
L’applicazione delle manipolazioni periferiche quindi, viene suddivisa in 3 fasi:

Stabilire la corretta posizione tua e del paziente: questo primo passaggio è fondamentale e condiziona il successo o l’insuccesso della manipolazione.

Trovare la cosiddetta barriera di restrizione: la barriera è quella resistenza che incontriamo quando muoviamo passivamente il segmento o i segmenti articolari scelti a fine corsa.

Esecuzione del Thrust: il thrust è l’impulso manipolativo ossia la spinta che va esercitata contro la barriera di restrizione. Si tratta di un micromovimento veloce accompagnato quasi sempre da un rumore che in gergo viene definito “scrocchio”. Questo rumore di scroscio articolare, secondo alcuni studi di ricerca, sarebbe dovuto al fenomeno di cavitazione in cui a causa della separazione delle superfici articolari si formano piccole bolle di gas disciolto nel liquido sinoviale. Il thrust non deve mai superare il movimento anatomico delle articolazioni perché potrebbero verificarsi lussazioni e/o lesioni muscolo-scheletriche.

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Perchè sottoporsi a manipolazioni articolazioni periferiche: La Disfunzione

La disfunzione influisce sul movimento, prima di causare dolore o di creare alterazioni dannose agli organi e anticipa la sua influenza sul movimento ancora prima di aumentare il suo numero o le sue dimensioni. Si manifesta come uno squilibrio quasi impercettibile che spesso devi individuare a livello delle articolazioni, valutando la presenza di blocchi o squilibri, oppure attraverso la valutazione funzionale (restrizioni di movimento). I blocchi e gli squilibri articolari possono essere causati da traumi o da aggressioni esterne, o dalle alterazioni di funzioni interne, che sono spesso il punto di partenza di numerosi fastidi che man mano si evidenziano nel corpo umano.

Il corpo tenta di reagire a questi blocchi tramite il primo principio della terapia manuale, cioè l’autoguarigione, ma se l’aggressione è più forte delle difese del corpo, allora si instaura una vera e propria disfunzione.

Anamnesi, Valutazione Funzionale e Palpazione: cosa ti insegno nel corso di manipolazioni periferiche

La diagnosi può e deve essere fatta solo dal medico, quindi in questa fase noi parliamo di diagnosi funzionale e non medica.

Anamnesi: questa serve a fornirci tutte le informazioni necessarie che riguardano la patologia prossima e remota del paziente. Ovviamente la nostra anamnesi include anche la valutazione e interpretazione degli esami strumentali presentati come la risonanza e la radiografia.

Valutazione Funzionale: questa ci permette di valutare funzionalmente le articolazioni periferiche interessate. L’obiettivo principale è quello di valutare eventuali limitazioni articolari.

Palpazione: questo esame è mirato alla valutazione della consistenza del tessuto, della tensione dei tessuti sottocutanei, evidenziando se la zona è sensibile alla pressione in rapporto ai tessuti circostanti. Quando utilizziamo le manipolazioni periferiche dobbiamo ricordarci che oltre alla diagnostica strumentale è importante avere un approccio globale.

Per una pronta guarigione meglio associare alle Manipolazioni Periferiche anche quelle Vertebrali

Il mio suggerimento quindi è quello di associare sempre o quasi le manipolazioni vertebrali a quelle periferiche, per poter facilitare ai pazienti una pronta guarigione.

Campi di applicazione

Generici:

• Traumi distorsivi non recenti

• Immobilizzazioni

• Processi degenerativi articolari in fase non acuta

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Specifici:

• Spalla Dolorosa

• Periartrite calcifica o non calcifica

• Sindrome da conflitto o impingement

• Borsite della borsa sotto-acromiale

• Capsulite adesiva o spalla congelata

• Lesione della cuffia dei rotatori

• Esiti di lussazione di spalla

• Tendinite o tendinopatia calcifica dei tendini della cuffia dei rotatori

• Artrosi gleno-omerale di grado 2

• Tendinite / Lesione del sovraspinoso o del capo lungo del bicipite

• Epicondilite / Epitrocleite

• Sindrome dello stretto toracico

• Gonalgia / Gonartrosi di grado lieve

• Lesione dei menischi (trattamento conservativo) / Meniscosi

• Esiti di distorsione di caviglia

• Esiti di distorsione di ginocchio

• Fascite plantare / Metatarsalgie

• Tendinite del polso

• Sindrome del tunnel carpale

Manipolazioni Periferiche e Controindicazioni 

Come per le manipolazioni vertebrali anche per quelle periferiche è necessario distinguere le controindicazioni in assolute e relative.

Controindicazioni assolute

• Tutte le affezioni tumorali (primitive o secondarie, benigne o maligne)

• Malattie infettive acute o croniche (spondilodisciti, artriti, Tbc)

• Traumi recenti (fratture, lussazioni, distorsioni)

• Malattie reumatiche

• Osteocondrosi giovanili

• Osteoporosi grave

Controindicazioni relative

• Il paziente ha paura delle manipolazioni

• L’operatore non perfettamente padrone delle tecniche

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