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Manipolazione fasciale o massaggio fasciale: in questo articolo la guida completa per conoscere dettagli, caratteristiche e informazioni relative a una specifica tecnica di manipolazione, che viene eseguita in specifiche circostanze ma che si rivela molto versatile.

Potrai arricchirti di molte nozioni e comprendere meglio in che modo aiutare il paziente nel suo percorso di recupero del benessere.

Ti spiegheremo tutto quello che c’è da sapere al riguardo, in maniera chiara e semplice e, una volta giunto al termine di questa piccola ma esaustiva guida, ti renderai conto di quanto alcune competenze siano necessarie per aiutare efficacemente il tuo paziente.

Indipendentemente dallo svolgere già la professione di operatore o dalla tua intenzione di iniziare quanto prima il percorso come professionista partendo da zero, ti passeremo il know how necessario che ti permette di fare un avanzamento nella tua carriera o di avviarla al meglio.

Scopri di più e immergiti nella lettura di questo articolo pensato appositamente per te e per chi, come te, ha bisogno e voglia di crescere, di imparare sempre qualcosa di nuovo e di entusiasmante.

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Manipolazione fasciale o massaggio fasciale: scopriamo di più riguardo alla fascia

Prima di entrare nel vivo della manipolazione miofasciale o del massaggio miofasciale, bisogna approfondire la conoscenza della fascia.

Cos’è e a cosa ci si riferisce quando si parla di fascia? Abbiamo pensato di introdurti questo argomento che, una volta acquisito, ti permette di comprendere più a fondo cosa si intende per manipolazione o massaggio riferito a questa specifica area di competenza.

Quando si fa riferimento alla fascia, si intende uno strato di tessuto composto da fibre. La fascia fa parte del tessuto connettivo, contenente fibre composte da collagene. Si tratta di un tessuto estremamente flessibile e molto resistente, tanto da avere come caratteristica quella di reggere alle forti tensioni o trazioni.

Una fascia è dunque uno strato che riveste e avvolge:

  • I muscoli
  • I gruppi di muscoli
  • I vasi sanguigni
  • I nervi

La fascia aiuta le strutture a legarsi assieme ma contribuisce anche allo scivolamento di queste, in maniera fluida e naturale.  

Vi sono differenti tipologie di fascia, che variano in base alla loro posizione e alla funzione che sono chiamate ad assolvere.

È infatti possibile riconoscere le fasce posizionate a livello superficiale e quelle che si localizzano in aree più profonde o anche viscerali.

Le fasce superficiali sono posizionate appena sotto alla cute e si miscelano al derma; le fasce profonde sono in prossimità dei muscoli, dei nervi, delle ossa e dei vasi sanguigni. Infine le fasce viscerali avvolgono gli organi tramite le membrane e li mantengono sospesi.

Queste fasce, comunque, sono presenti lungo tutta l’estensione del corpo umano, partendo dal capo fino ad arrivare alla punta dei piedi, senza mai interrompersi e non devono essere confuse con i trigger point.

Per il loro contenuto di collagene, sono simili ai legamenti (che legano fra di loro le ossa) e ai tendini (che legano i muscoli all’osso) ma connettono i muscoli fra di loro. Sono inoltre estremamente resistenti ed elastiche, tanto da non essere soggette a deformarsi, anche quando ricevono forze o pressioni o carichi importanti. Tendono sempre a ritornare alla loro forma iniziale, salvo che le forze, pressioni o carichi non siano continuativi, nel quale caso la fascia potrebbe tendere a deformarsi, talvolta anche in maniera cronica.

Manipolazione e fascia: quale rapporto lega queste due parole?

Probabilmente, dopo aver letto le informazioni principali riguardo alla fascia, ti starai chiedendo cosa abbia a che vedere con la manipolazione. La domanda è più che legittima e denota la tua attenzione verso questo argomento.

La risposta, tuttavia, è davvero semplice: la fascia svolge un ruolo fondamentale per la postura del corpo umano ma anche per il suo movimento. La coordinazione dei movimenti è infatti fortemente influenzata dalla fascia.

Ad ogni movimento del corpo umano, si attivano i meccanorecettori dei tessuti fasciali, i quali comunicano con il midollo spinale e con il cervello, per essere poi elaborati dal sistema nervoso centrale. Dal sistema nervoso centrale partono gli impulsi verso i muscoli.

È fondamentale che le fasce siano funzionali, durante movimenti e cambi di posizione. Con tale informazione, sicuramente ti sarà molto chiaro perché esiste una correlazione diretta fra fascia e manipolazione.

Quando entra in gioco la manipolazione fasciale?

La manipolazione della fascia entra in gioco quando si presentano condizioni particolari che portano a vere e proprie disfunzioni della fascia stessa. I fattori scatenanti di tali disfunzioni possono essere vari. I più comuni sono determinati da:

  • Eventi traumatici
  • Condizioni fisiche o emotive, cui conseguono danni a livello della fascia
  • Presenza di infiammazioni di vario livello e gravità
  • Posture scorrette, specialmente se protratte a lungo nel tempo

Scopriamo adesso qualcosa in più riguardo alla manipolazione fasciale: l’argomento che entra nel vivo della tua professione. Stai infatti per apprendere maggiori dettagli, che ti permetteranno di arricchire la tua carriera di operatore con competenze aggiunte.

Manipolazione della fascia e le sue caratteristiche principali

Il trattamento di manipolazione fasciale consiste in una tecnica manuale che si orienta sul rilassamento di specifiche zone della fascia, le quali sono sede di dolori o limitazioni alla mobilità del paziente o ad alcune funzionalità del suo organismo.

La mobilità ed altre conseguenze derivanti da varie disfunzioni, possono di fatto essere riattivate attraverso la fisioterapia fasciale. Di solito, da operatore del settore, potrai supportare o accompagnare il paziente anche nella programmazione di attività collaterali alla tua manipolazione, che consistono in esercizi specifici.

Essere in grado di affiancare al trattamento fasciale di manipolazione della fascia, un lavoro di attività motoria che aiuti il paziente a migliorare la potenza delle articolazioni, permette di ottenere risultati più efficaci e duraturi. Eventuali squilibri del sistema muscolo scheletrico, infatti, potranno essere corretti, alcune carenze colmate e il recupero del benessere da parte del paziente potrà essere velocizzato, se assieme al trattamento il paziente aggiunge un po’ di regolare attività motoria.

Le tecniche di manipolazione fasciale sono diverse, e verranno eseguite in base al tipo di paziente, alla sua età, alle sue condizioni fisiche, ai risultati che si intendono ottenere. La tua professionalità è chiamata a considerare tutti questi aspetti, prima ancora di iniziare ad approntare un trattamento, la cui efficacia dipenderà proprio dalla tua capacità di coordinare tutte le forze.

Apprendere le tecniche di un trattamento di manipolazione fasciale, ti permette ovviamente di poter seguire ogni paziente in maniera capillare e personalizzata. In termini di risultati si traduce nella possibilità di poter esprimere le potenzialità di tale manipolazione, al massimo della sua efficacia, offrendo al paziente una prospettiva ottimale di miglioramento delle sue condizioni cliniche.

Di quali tecniche si parla, dunque, quando si approccia la manipolazione fasciale? In che modo vengono eseguite? Continua nella lettura e potrai conoscere le principali, congiuntamente alle loro caratteristiche. Abbiamo cercato di descriverle in maniera semplice ma allo stesso tempo fornendoti utili indicazioni che mettano in evidenza le loro peculiarità e gli obiettivi prefissi.

Manipolazione fasciale: metodo stecco e sue caratteristiche

La manipolazione fasciale è un metodo di trattamento manuale che è stato messo a punto dal fisioterapista italiano Luigi Stecco.

I punti focali da cui Luigi Stecco è partito sono stati diversi. Innanzitutto la considerazione dei tempi lunghi di ripresa dalla condizione di sofferenza, in cui versavano i pazienti.

In seconda battuta Stecco cercava un metodo che mantenesse nel tempo la sua efficacia, dal momento che i pazienti tendevano a far fronte alla ricomparsa di sintomi, dopo un iniziale periodo di guarigione.

Il terzo aspetto che aveva generato un senso di frustrazione in Luigi Stecco, era il fatto che il dolore avvertito dal paziente non venisse alleviato, con il trattamento tramite altre tecniche.

Ricerche accurate, studi di anatomia approfonditi e pratica clinica, hanno permesso di migliorare e sviluppare al meglio la terapia fasciale manuale, tanto da renderla utile e efficace in moltissime condizioni legate ai problemi di varia natura che interessano l’apparato muscolo – scheletrico.

In particolare la manipolazione fasciale si rivolge principalmente alla fascia muscolare profonda, ma trova la sua ragione di applicazione in ambiti diversi.

Studi più recenti condotti nella Università di Padova e nella Facoltà di Anatomia del Polo Universitario Descartes a Parigi, hanno permesso di approfondire l’anatomia e l’istologia della fascia, attraverso la dissezione. Le ricerche, dirette dai figli di Luigi Stecco, Dr.ssa Carla e Dr. Antonio Stecco, hanno consentito di migliorare il modello che era stato elaborato dal padre, grazie all’rielaborazione di nuovi dati raccolti.

Con tali studi è stato rivisto il modello biomeccanico del metodo ed è stato possibile individuare il ruolo della fascia, nell’ambito di molti disturbi che riguardano l’apparato muscolo scheletrico.

Per sintetizzarne i principi cardine, il metodo Stecco si basa sulla identificazione della zona specifica di una fascia, in relazione alla limitazione di un movimento. Laddove sussista quindi dolore o limitazione nella mobilità, si risale alla fascia afferente, che potrebbe essere anche delocalizzata, rispetto a dove si avverte il dolore o dove è presente il problema.

Identificata la fascia di riferimento, viene quindi eseguita su di essa la manipolazione che aiuti il paziente a recuperare la totalità di movimenti o a limitare (eliminare) il dolore.

Segmentazione del corpo umano in unità miofasciali

Il fondatore del Metodo Stecco ha idealmente suddiviso il corpo umano in segmenti. In totale si tratta di una ripartizione in 14 segmenti, ciascuno dei quali comprende 6 unità miofasciali. Le unità miofasciali sono formate da fibre muscolari mono articolari e bi articolari, dalla relativa articolazione e dalla fascia profonda, compreso l’Epimisio.

Manipolazione fasciale, metodo stecco: tecniche di manipolazione

Come sarà ormai evidente, la manipolazione fasciale con il metodo Stecco è una metodologia di fisioterapia che viene eseguita nel corso di trattamenti di riabilitazione, in seguito a traumi che coinvolgono l’apparato locomotore. Il metodo Stecco è a tutti gli effetti un’efficace tecnica che si esegue principalmente tramite l’uso dei gomiti e dei polpastrelli.

La zona del corpo a cui la manipolazione si indirizza è il tessuto connettivo, ovvero la fascia che, per quanto elastica resistente ed estremamente flessibile difronte ad eventi traumatici, può talvolta risentire di colpi particolarmente intensi o continuativi.

Obiettivo della manipolazione fasciale è dunque quello di riportare la fascia al suo stato ottimale, in modo che assolva alle sue funzioni in maniera regolare e corretta. La manipolazione fasciale mira altresì alla scomparsa del dolore nella zona interessata, contribuendo al raggiungimento del benessere da parte del paziente.

La tecnica si svolge mediante delle pressioni che vengono esercitate sulla parte interessata e che sono eseguite in sessioni da 10 minuti. Il fine della pressione è quello di creare una condizione di calore che aiuti la fascia a diventare più fluida e scorrevole. Questo movimento di pressione e spostamento, contribuisce a migliorare infatti lo scorrimento fra le fibre muscolari e i muscoli.

Man mano che lo scioglimento aumenta, migliorano anche le condizioni del paziente, con conseguente ripristino delle funzionalità di muscoli e articolazioni. La corretta contrazione dei muscoli è, di fatto, strettamente correlata alla capacità articolare di muoversi in modo fisiologicamente corretto.

Va sottolineato che è necessario, in primis, individuare l’area interessata con la maggiore precisione possibile, in modo da agire nel punto in cui originano dolori e disfunzioni.

In base ai sintomi che il paziente denuncia, sarà possibile risalire al punto focale su cui intervenire. La diagnosi sul paziente si svolge attraverso vari test motori: viene richiesto al paziente stesso di eseguire movimenti che riguardano l’area in cui è presente il dolore e che vengono svolti sui tre piani spaziali (in avanti, indietro, in rotazione).

Dal modo in cui vengono eseguiti i movimenti, sarà possibile risalire al segmento di fascia, ovvero all’unità mio fasciale interessata e sulla quale occorre intervenire con la manipolazione.

La durata di un ciclo di manipolazione fasciale metodo Stecco dipende dalle condizioni del paziente, ma di solito sono necessarie più settimane e una seduta a settimana della durata di circa mezz’ora.

Manipolazione fasciale cervicale: come si svolge

La manipolazione fasciale cervicale merita sicuramente un paragrafo a sé stante. In primis perché la fascia cervicale è spesso soggetta ad eventi traumatici e dolori e poi perché il metodo in questa specifica area ha delle peculiarità lievemente differenti rispetto ad altre zone del corpo.

Innanzitutto la manipolazione fasciale cervicale va eseguita con maggiore delicatezza, pertanto non si utilizzano i gomiti ma solo i polpastrelli e le dita.

Se dopo una verifica motoria, il paziente:

  • Evidenzia dolore quando estende il capo ed è limitato nella mobilità
  • Presenta una limitazione quando prova a flettere l’anca
  • Presenta una tensione nella zona interessata

Allora si può decisamente intervenire con la manipolazione fasciale cervicale, che aiuti il paziente a migliorare la sua qualità di vita, risolvendo la sua tensione cervicale.

Sicuramente esistono molte tecniche per intervenire sui problemi cervicali ma procedere con la manipolazione fasciale è tra le più efficaci. Mettere in pratica il trattamento significa mettersi in relazione con i tessuti, con la fascia e tutta l’area circostante il collo. Un trattamento di manipolazione fasciale cervicale, infatti, considera anche i punti sopra al collo, alcune regioni della testa, le zone alla base del collo (come le aree fasciali che corrono lungo la clavicola, fino alla scapola del trapezio superiore e del levatore) e i punti di giunzione cervico-toracica. Sono comprese e valutate anche la mandibola e la regione ipoide.

Durante la manipolazione, i movimenti della mano alternano la pressione all’oscillazione in avanti e indietro, senza perdere il contatto con la pelle. Il protocollo del metodo Stecco prevede una durata di alcuni minuti, fino a raggiungere la percezione dello scioglimento del nodo. Raggiungendo tale obiettivo, i risultati finali hanno dimostrato di essere più duraturi.

La pressione in quest’area dovrà essere molto delicata e poi eventualmente intensificata, in base alla tolleranza al dolore del paziente.

L’esercizio di questa pratica di certo con il tempo ti fornirà l’esperienza necessaria, affinchè la tua capacità di intervenire sul paziente possa migliorare di volta in volta.

Benefici della manipolazione miofasciale

Non è complesso comprendere come la manipolazione miofasciale sia in grado apportare grandi benefici al paziente su cui viene applicata.

Primo fra tutti è sicuramente da considerare l’aspetto del dolore, che viene risollevato già dalle prime sedute. Oltre al dolore, questa tecnica permette di ripristinare i movimenti in maniera corretta e di normalizzare le funzionalità articolari e dei muscoli interessati.

Le tensioni muscolari vengono quindi ammorbidite, si recupera la malleabilità, oltre che la regolare flessibilità delle zone in oggetto.

Sebbene quindi una seduta di manipolazione possa generare qualche dolore nel paziente, la sessione potrà comunque apportare grande beneficio già dai primi interventi.

Dopo una prima seduta di trattamento, la maggior parte dei pazienti rileva che i sintomi tendono a scomparire del tutto nei giorni successivi.

Le sedute successive andrebbero poi riprogrammate nell’arco di una o due settimane in seguito alla prima, in modo da permettere all’organismo di potersi riassestare, in vista del trattamento successivo.

Come già accennato, saranno infatti necessarie più sedute di trattamento, prima che la manipolazione fasciale possa avere un risultato completo e duraturo.

Manipolazione fasciale: controindicazioni

È buona norma mettere il paziente al corrente di tutti i dettagli che contraddistinguono la pratica della manipolazione fasciale. Questo lo aiuterà a collaborare al meglio durante il trattamento ma anche ad essere pronto ad eventuali fasi della manipolazione, in cui potrebbe avvertire del dolore.

La tua competenza, in tal senso, diventa un elemento fondamentale, al fine di supportare il paziente non solo dal punto di vista tecnico, ma anche psicologico per esempio.

Importante quindi che lo informi sul percorso che intendi seguire assieme a lui ma anche che gli comunichi tutte le informazioni che potrebbero rendersi necessarie, come nel caso di eventuali controindicazioni nell’intraprendere un trattamento di manipolazione miofasciale.

In linea generale, non vi sono particolari controindicazioni di cui tener conto, se non la valutazione in fase preliminare di eventuali condizioni pregresse o croniche cliniche del paziente.

Dovrai approfondire l’analisi anamnestica per sapere se nella storia del paziente vi siano fratture, traumi o altri dati che sfavoriscono l’intervento con tale tecnica.

È a questo punto che subentra la tua considerazione di professionista, nel valutare se la manipolazione fasciale sia la giusta strada da percorrere e, qualora il riscontro sia positivo, se sia il caso di trattare le zone interessate con una attenzione particolare.

Le differenze principali rispetto ad altre tecniche di manipolazione

Uno degli aspetti più innovativi della tecnica di manipolazione fasciale consiste nel fatto che si concentri non sulle articolazioni ma, appunto, sulla fascia che rappresenta uno dei punti nevralgici per il corretto movimento delle articolazioni. Non a caso la fascia viene considerata di grande importanza per il suo compito di coordinare le fibre muscolari e non a caso si parla di centri di coordinazione.

I centri di coordinazione sono preposti a coordinare i movimenti articolari. La densificazione di tali centri genera un dolore riflesso nell’articolazione. Quando si parla di densificazione si intende lo stato in cui la membrana si presenta con elasticità ridotta, condizionando la mobilità muscolare.

In parole povere è quella sensazione di irrigidimento muscolare che il paziente avverte quando ci si risveglia al mattino. Questa condizione dipende dall’articolazione che potrebbe essersi mossa in maniera innaturale, con conseguente irrigidimento e dolore.

Il problema non origina quindi dall’articolazione ma proprio dalla fascia. La densificazione crea un eccesso di neocollagene rilasciato dalla fascia per far fronte alle lesioni causate da:

  • Traumi
  • Sollecitazioni eccessive a livello meccanico
  • Sollecitazioni eccessive a livello chimico

L’organismo reagisce in maniera naturale per mantenere l’equilibrio dell’organismo ma inevitabilmente si creano condizioni di dolore e alterazioni sia dal punto di vista della funzionalità, che dal punto di vista della struttura.

Conclusioni

  • La manipolazione fasciale è dunque una tecnica molto efficace che interviene proprio sulla fascia, ovvero sul tessuto composto da fibre e che avvolge muscoli, gruppi di muscoli, vasi sanguigni e nervi.
  • Con la manipolazione miofasciale è possibile porre rimedio a condizioni particolari del paziente, quali eventi traumatici, condizioni fisiche o emotive, infiammazioni di vario livello o posture scorrette che generano danni a livello della fascia e dolori per il paziente.
  • Grazie all’utilizzo di polpastrelli, gomiti e di manovre specifiche eseguite da mani esperte, è possibile restituire al paziente benessere e comfort e questo metodo può essere un intervento risolutivo a cui puoi ricorrere da professionista del settore, in grado di ridare al paziente uno standard qualitativo elevato e che duri nel tempo.
  • Il massaggio miofasciale rappresenta la soluzione ideale, soprattutto se svolta con competenza e professionalità, e se abbinata alla tua capacità di individuare tempistiche, modalità e casi in cui ricorrervi. La manipolazione fasciale ha delle grandi potenzialità, solo se utilizzata in maniera adeguata, in base ai pazienti e alle condizioni cliniche in cui versano quando si rivolgono a te.
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