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Il Metodo Mezieres (Intervista alla D.ssa Irma Bencivenga)

Ciao Irma e benvenuta a FisioPodcast. Ciao Alessandro e grazie a te e a FisioPodcast per l’opportunità che mi state dando di illustrare la metodica Mezieres. Grazie ancora.

L’argomento di oggi mi è stato richiesto più volte dagli ascoltatori del podcast. Prima però vorrei presentarti al nostro pubblico: chi sei e di cosa ti occupi?

Beh sono Bencivenga Irma e mi occupo di fisioterapia innanzitutto, di osteopatia e di posturologia e mi occupo della rieducazione posturale Mezieres. Il mio primo corso Mezieres l’ho fatto nel 2000,  poi l’ho ripetuto con altro docente nel 2003, poi ancora altro docente 2005, altro docente 2011 (se non erro) per cui ho avuto l’opportunità di apprendere e imparare la metodica Mezieres da alcuni docenti che sono stati proprio allievi della Mezieres. E perché questo? Perché se mi approccio a una metodica e la devo insegnare io preferisco sempre conoscere a 360 gradi tutto quello di cui dovrò parlare.

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Bene dai cominciamo. Come è nato il metodo Mezieres?

Il metodo nasce nel 1947 ad opera di Francoise Mezieres. Francoise Mezieres lavorava nella scuola di ortopedia francese e si occupava di ginnastica medica. La insegnava e la praticava sui pazienti. Nel 1947 osservò attentamente come si comportava una paziente a questa ginnastica medica, cosa faceva il suo corpo quando gli proponeva i soliti esercizi proposti a tutti quanti gli altri. Questa paziente che le fu portata nello specifico aveva un’ipercifosi e una grave forma di periartrite scapolo omerale che le limitava il movimento degli arti superiori. Portava anche un corsetto che gli aveva creato delle ulcerazioni alle spalle e alle anche. Per cui decise di lavorarla in decubito supino e vide che aumentava sia la lordosi lombare che la lordosi cervicale e diminuiva la cifosi. Poi, in un secondo momento. premendo sulle spalle per correggere l’anteposizione delle stesse vide subito comparire e aumentare l’iperlordosi lombare. Quindi cercò di correggerla, facendole portare gli arti inferiori flessi verso il petto, e quindi di avere una retroversione del bacino, spariva la iperlordosi lombare però vedeva che aumentava la lordosi cervicale; tanto che il paziente non riusciva più a tenere il mento verso lo sterno. Per cui cosa fece? Propose questo lavoro diverse volte alla stessa paziente ma vide che comunque la risposta era sempre uguale, le cose non cambiavano e quindi da questa osservazione stilò, mise in essere dei principi. Dei principi che si chiamano appunto 5 osservazioni che sono alla base del metodo Mezieres. Da qui poi stravolse tutto quello che era in quel tempo la ginnastica medica. Non fu preso questo allegramente dai suoi colleghi né tanto meno dei suoi superiori, tant’è che poi dovette licenziarsi e poi la storia la possiamo leggere in tutti i libri dove viene illustrato il metodo Mezieres. Quindi nasce così il metodo Mezieres.

Alcuni ritengono che il Mezieres sia solo una forma ben strutturata di stretching.  Questa osservazione è però molto riduttiva, la realtà è ben diversa. Quindi: in cosa si differenzia il Mezieres dallo stretching e dalla ginnastica correttiva classica?

Beh, in effetti la ginnastica tradizionale è fondata sul concetto di debolezza muscolare, quindi nel miglior dei casi la ginnastica correttiva tradizionale, attraverso un lavoro analitico, cerca di rinforzare il muscolo debole. Rinforzo muscolare concentrico della muscolatura anteriore ipotonica e lo fa attraverso uno stretching analitico della muscolatura posteriore. Però questo lavoro, questo approccio è destinato all’insuccesso. Perché? Perché in effetti Mezieres ha stravolto questo modo di pensare, anche se molte persone ritengono che il metodo Mezieres sia un semplice stiramento isolato della catena muscolare posteriore. Però questa credenza purtroppo è molto diffusa anche tra i medici e i colleghi, che leggendo qualche manuale credono di conoscere il metodo e quindi lo applicano in maniera statica, cosa che invece non è assolutamente. Perché bisogna conoscere le mille sfumature e le varianti che bisogna poi applicare in relazione al paziente. In effetti il metodo Mezieres originale è un metodo vivo, dinamico, basato soprattutto sull’esperienza trasmessa dalla mano dell’insegnante alla mano del discente che, come diceva Mezieres, impara così a modellare il corpo dal vivo. Infatti lei stessa si definiva una scultrice del corpo, una scultrice della forma e proprio Mezieres, grazie allo studio approfondito dell’anatomia, notò che la funzione di un muscolo non poteva essere limitata dai suoi punti di inserzione e quindi qualsiasi movimento non può essere eseguito tramite l’utilizzo di un singolo muscolo. Ogni movimento reale, diceva, è sempre il risultato di un reclutamento variabile di più muscoli che lavorano contemporaneamente su molteplici piani. Quindi, in effetti il Mezieres è un metodo globale, dove ogni parte del corpo è dipendente e in relazione con il resto del corpo. Il metodo, se la vogliamo dire tutta, è una presa di coscienza corporea continua perché il paziente deve essere partecipe del suo trattamento, per stimolare i suoi recettori cinestesici, e questo lo si fa per tutta la durata del trattamento. Quindi una presa di coscienza corporea.

Quali sono le basi del metodo?

Bene, chiedi quali sono le basi del metodo? Ebbene, uno è l’unità del corpo. Infatti Mezieres considerava l’essere umano nel suo insieme e da qui la visione globale che distingue praticamente questo metodo, perché ha un approccio differente. Dà un approccio differente all’uomo e alla malattia. Inoltre, un altro fondamento del metodo è che la forma della struttura determina la funzione e quindi cosa bisogna fare? Bisogna ridare la forma ideale per liberare la funzione. E qual è una di queste funzioni importantissime? È la respirazione e infatti per Mezieres bisognava liberare la respirazione e questo è un altro fondamento del metodo. Quindi bisognava plasmare la struttura per liberare le funzioni. Quindi non bisognava tentare di migliorarle attraverso un movimento, anzi no, cercare di migliorare la forma per permettere di progredire, ristabilire la funzione. Quindi per Mezieres i dolori, le infiammazioni, le degenerazioni, le patologie sono solo la conseguenza dell’accorciamento delle catene muscolari troppo forti ed in costante retrazione. Quindi bisognava curare il corpo nell’unità funzionale, attraverso quindi un approccio che era sistematicamente globale. E come lo si poteva fare? Si poteva lottare contro questo accorciamento muscolare solo ed unicamente con un lavoro di allungamento lungo l’asse longitudinale del corpo. Però questo lavoro doveva essere fatto nell’insieme delle catene e solo così si poteva trovare un equilibrio morfologico. Quindi ridare la mobilità dell’insieme del sistema risvegliando le zone ipomobili del corpo. Quindi permettere al paziente di ritrovare il modo di utilizzo del suo sistema neuro-muscolo-osteo-articolare che lo conduca poi all’autonomia; e nel fare ciò Mezieres stilò praticamente cinque leggi, o come vengono definiti cinque principi che sono alla base del metodo. Quali sono questi principi:

  1. il primo è che i numerosi muscoli dorsali si comportano come un unico muscolo.
  2. il secondo è che questi muscoli sono troppo forti e troppo corti
  3. il terzo principio è che qualsiasi azione localizzata, sia in allungamento che in accorciamento, provoca istantaneamente l’accorciamento dell’insieme della muscolatura
  4. il quarto principio è che qualsiasi impedimento all’allungamento provoca istantaneamente delle lateroflessioni e delle rotazioni del rachide e degli arti
  5. il quinto principio è che praticamente l’allungamento, la derotazione, il dolore e qualsiasi sforzo da parte del paziente provoca un blocco respiratorio in inspirazione. Ed ecco perché poi bisognava liberare la respirazione

Posturale metodo mezieres

Il Mezieres fa parte dei cosiddetti metodi di catena riferendosi alle catene muscolari o, per usare un termine più attuale, miofasciali. Cosa sono e quali sono le catene muscolari secondo Mezieres?

Beh Mezieres fu la prima a coniare il termine di catene muscolari. In effetti i muscoli del corpo poliarticolari sono solidali e realizzano delle catene. Le catene sono formate, secondo Mezieres, da muscoli intricati tra di loro, anche se oggi si ha una visione più simile alla realtà di quel periodo,  grazie anche al fatto degli studi recenti. Si è visto che non è proprio così però questo non cambia l’efficacia del metodo. Secondo Mezieres l’organizzazione dei muscoli in catene fa sì che il tono muscolare dei vari segmenti adiacenti tra di loro si sommino e alla fine questi muscoli risultano troppo forti e troppo corti, perché la loro tendenza naturale va nel senso dell’eccesso di tensione e verso l’accorciamento. Quindi, come conseguenza ci sarà una limitazione dei movimenti, una statica perturbata per via degli adattamenti continui e delle deformazioni che conseguono a questa ipertonicità di muscoli che fanno parte delle catene muscolari. Quindi noi avremo dolori, che poi in effetti sono solo la causa più lontana nel tempo e nello spazio, perché è solo la ciliegina sulla torta di una ipertonicità di queste catene muscolari. Quindi queste catene sempre ipertrofiche e in costante retrazione sono praticamente la causa di tutti i nostri dismorfismi, e quindi poi fino alle algie e conseguenti poi disfunzioni come per esempio scoliosi, dorso curvo, periartriti, sciatalgie,  artrosi, valgismo, varismo delle ginocchia e così via. Secondo Mezieres le catene muscolari sono quattro:

  1. la catena antero-inferiore formata da psoas, diaframma e iliaco
  2. la catena posteriore, che poi è formata da tre piani: superficiale, medio e profondo
  3. la catena brachiale anteriore dell’arto superiore
  4. la catena anteriore del collo, anche questa formata dal piano superficiale, medio e profondo

Come tutti i metodi immagino che avremo anche qui un percorso più o meno strutturato a partire dal processo di valutazione. Da dove si comincia quindi?

Si comincia da una valutazione dettagliata del soggetto nei vari piani dello spazio, quindi un’osservazione sul piano frontale, sagittale e orizzontale, non solo in statica ma anche in dinamica. Quindi si guarda il paziente anche in dinamica. E poi si introduce il concetto della liberazione della respirazione, per cui un’analisi dettagliata della respirazione del soggetto. Perché bisogna innanzitutto, prima di iniziare il trattamento, liberare il diaframma per permettere al meglio le funzioni dello stesso. E poi si inizia con l’allineamento longitudinale lungo l’asse corporeo, per cui si crea un allineamento certosino di tre punti principali (occipite, sacro e scapole), Da lì poi si ricerca questo allungamento continuo sotto la corretta respirazione, dopo aver liberato il diaframma,  e si vanno a ricercare compensi. Ebbene sì: c’è una continua ricerca dei compensi perché il soggetto vuole logicamente sfuggire all’allungamento. Perché i muscoli troppo corti, catene accorciate, non vogliono essere allungate, non vogliono essere destinate, quindi iniziano i compensi o il paziente sfugge da questo lavoro. La ricerca dei compensi poi viene seguita da alcuni tipi di posture da far adottare allo stesso. Queste posture poi saranno avvalorate e rese più difficili con la richiesta di contrazioni isometriche eccentriche. Perché contrazione isometriche eccentriche? Perché questo permette di agire sul tessuto connettivo profondo. Perché questo? Perché noi abbiamo interesse a allungare, a detendere il sistema connettivale muscolare, i filamenti di congiunzione e giunzione mio-tendinea. Per questo l’allungamento effettuato attraverso il Mezieres resta, perdura nel tempo,  perché il guadagno in elasticità e in allungamento è molto più importante rispetto all’allungamento che si esercita sulla fibra muscolare. Ecco che una delle basi del Mezieres è l’allungamento, la ricerca dell’allungamento della parte connettivale del muscolo. E questo lo si fa se la postura viene mantenuta nel  tempo. Il lavoro Mezieres non è un continuo cambio di postura, cambio delle posizioni da far adottare al paziente. Assolutamente no. Quanto più la postura viene mantenuta tanto più il lavoro è migliore, tanto più l’allungamento si mantiene.

Metodo mezieres esercizi

A prescindere dalle diverse problematiche, che possono essere differenti per ogni paziente, come funziona una seduta di Mezieres?

In parte già ti ho risposto alla domanda precedente, come viene fatta una seduta Mezieres. La prima seduta va via con l’analisi posturale certosina e con l’osservazione del paziente. Seconda e terza seduta (e anche parte della quarta seduta) ci si concentra sulla respirazione. Bisogna, come detto prima, liberare la respirazione. Lo si fa attraverso delle manovre dirette al diaframma ma anche attraverso la forma della struttura, ossia andare ad agire sulla forma del torace per liberare la funzione diaframmatica. Perché una delle basi del Mezieres è che la forma della struttura mi impedisce la funzione. Quindi per andare a liberare la respirazione io devo agire sulla forma del torace e questo lo faccio una volta che ho avuto l’allineamento longitudinale del paziente, del corpo del paziente, attraverso l’allineamento certosino dell’occipite, scapole e sacro. Il paziente in posizione supina gambe a terra (o gambe a Z, uso dei termini che per chi non conosce il Mezieres è… un po’ così, però lasciatemi passare) e quindi si ricerca innanzitutto l’allineamento di questi tre punti occipite, scapole e sacro e poi si agisce per modificare la forma del torace, per liberare il diaframma, per permettere una funzione respiratoria eccellente. E solo dopo ciò posso proseguire con le sedute o la seduta. Attraverso che cosa? Attraverso il mantenimento di una o più posture all’interno di una seduta. Si: una o più posture. Una o al massimo due posture, perché abbiamo detto che è il fattore tempo ad essere determinante nell’allungamento e nel beneficio del metodo Mezieres. Il paziente deve sottoporsi come minimo a 10 sedute per questo tipo di percorso. Non  vale la pena assolutamente fare una, due, tre sedute se non si vede la partecipazione da parte del paziente o se non si ha il tempo necessario per poterne effettuare almeno dieci.

Il metodo prevede delle posture particolari?

 Sì, in effetti sì. Il metodo consta di varie posture. Non mi ricordo il numero esatto per cui te le elenco:

  1. esiste la postura supina gambe a terra
  2. la postura supina e gambe a Z
  3. la postura supina gambe alla verticale
  4. la postura da seduti
  5. la postura carponi
  6. la postura in flessione anteriore con appoggio
  7. la postura in flessione anteriore con appoggio sullo sgabello
  8. o la postura in flessione anteriore con l’appoggio a terra
  9. poi esiste la postura con appoggio dorsale
  10. la postura in affondo anteriore globale e semiglobale
  11. la postura della ballerina
  12. la postura in piedi senza appoggio

Penso di averle lette tutte. Quindi, in base alla difficoltà che si vuole dare al lavoro e in base al tipo di problema del soggetto, vengono usate, introdotte nella seduta uno, due o al massimo tre posture perché abbiamo detto del fattore tempo ricordatevelo!!

Quali sono invece gli obiettivi del metodo?

Si, l’obiettivo del metodo è quello di ridare la forma perduta all’organismo. Mezieres si rifaceva alle sculture degli antichi greci, che ritraevano le divinità greche come Apollo e tanti altri, dove praticamente faceva riferimento alla forma perfetta attraverso il numero aureo. Per cui noi lavoriamo, attraverso il metodo Mezieres, per ridare la forma perduta. Perché è così importante ridare la forma perduta o la simmetria persa? Perché quando interviene un fattore perturbante nell’equilibrio il corpo si organizza in modo da evitare il dolore (se c’è già il dolore) o si organizza in modo da evitare che il dolore insorga. E non è possibile farlo se non attraverso dei meccanismi di compenso, quindi il corpo si deforma, si accorcia, le catene muscolari diventano ipertoniche per sfuggire al dolore o evitare che il dolore insorga. Quindi, ecco qui che si deforma la forma o si perde la simmetria corporea, per cui noi attraverso la ricerca certosina della simmetria del corpo,  della simmetria corporea, cerchiamo di riportare il sistema nella massima funzionalità attraverso la forma perfetta.

Qual è il ruolo del metodo nella propriocezione e nella percezione dello schema corporeo?

Quando si instaura un atteggiamento posturale alterato, si ha un nuovo schema motorio, un nuovo engramma che viene dettato dal sistema nervoso centrale, a causa di informazioni aberranti da parte di uno o più recettori. Quindi si è instaurato uno schema motorio di seconda scelta, di seconda mano, che avrà praticamente un dispendio energetico maggiore, una minore resa, un equilibrio precario. Il metodo Mezieres si propone di destrutturare questo schema di seconda scelta per poi reengrammare un nuovo schema, questa volta però uno schema fisiologico, uno schema perfetto. La deprogrammazione dello schema di seconda scelta è un po più difficile della reengrammazione. Io personalmente preferisco lavorare col metodo Mezieres bendando il soggetto nelle prime fasi del trattamento, perché voglio una completa percezione del proprio corpo nello spazio, attraverso tutti i recettori, meccanorecettori, tutti i propriocettori, per far sì che il paziente riesca a stabilire e a stabilirsi dello spazio, senza all’aiuto del recettore visivo. Io lo trovo un utile strumento, quello del bendare gli occhi,  lavorare ad occhi chiusi, proprio per stimolare ed attivare dei recettori dormienti o dei ricettori che danno informazioni aberranti. E quindi lo consiglio a chi già usa e pratica il metodo Mezieres.

Quali sono le indicazioni del metodo Mezieres?

Le indicazioni sono molteplici. Avete visto come funziona il metodo. Potete ben capire quante indicazioni ha per trattare il paziente questa metodica.

  • Andiamo dalle algie vertebrali croniche o acute (come dal semplice mal di schiena, lombalgia, cervicalgia, cervicobrachialgia)
  • sindrome miofasciale degli arti superiori o anche arti inferiori
  • sintomi viscerali legati agli squilibri vertebrali
  • deviazioni e deformazioni ortopediche sia nell’adulto, nell’adolescente, che nel bambino (mettiamolo tra virgolette il bambino perché deve essere in grado di seguirci nel lavoro)
  • deformazioni della colonna sul piano sagittale e sul piano frontale (quindi parliamo di ipercifosi,  iperlordosi, scoliosi, rettilineizzazioni e così via)
  • paramorfismi e dismorfismi degli arti inferiori (ginocchio valgo, recurvatum, ginocchio varo
  • tutte le alterazioni nel piede, dal piede valgo, dal piede piatto, dal piede cavo) perché non sono altro che deformazioni date dagli accorciamenti delle catene muscolari
  • Ma parliamo anche di sindromi rotulee o sindromi meniscali
  • tutte le algie del piede
  • disfunzioni respiratorie
  • ripercussioni sullo schema corporeo di alcuni problemi psicomotori
  • problemi legati al post-partum

Ma la lista sarebbe veramente molto molto più lunga

Metodo mezieres controindicazioni

Tra le controindicazioni troviamo:

  • le miopatie
  • la mancanza di partecipazione
  • una scarsa motivazione da parte del paziente
  • gli stati infettivi e infiammatori acuti, sia che siano patologie o sindromi
  • i primi tre quattro mesi di gravidanza
  • turbe psichiche importanti
  • abbassamento delle difese immunitarie

Beh, credo che abbiamo dato tanti input, tante informazioni utili ai nostri ascoltatori e direi che sei stata molto chiara. Ti ringrazio Irma per la tua disponibilità e spero di poter risentirci in futuro per approfondire altri argomenti interessanti. Ciao.

Metodo mezieres corsi

Grazie a te Alessandro e a FisioPodcast per l’opportunità che mi avete dato, e si anch’io spero di risentirci in futuro. Che dire, per chi vuole approfondire il metodo, non solo leggendo i libri ma anche frequentando un corso, io sono co-docente insieme a Jean Jacques Eden Corbanese e Bruno Cicuzza del metodo Mezieres per Fisiocorsi. Quindi trovate tutte le info su www.fisiocorsi.it. Vi aspetto.

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