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Metodo Perfetti: in cosa consiste e perché è importante conoscerlo? Ogni operatore del settore della riabilitazione che si rispetti dovrebbe conoscere la tecnica Perfetti, metodo efficace neurocognitivo di grande impatto sulla salute dei tuoi pazienti.

Sia che tu operi già da tempo nel settore, sia che voglia avviare una carriera partendo dall’ABC, non puoi pensare di esulare dalla conoscenza di questa tecnica importante e dai grandi effetti benefici.

Se perciò fino ad ora questo metodo non era ancora familiare per te, oppure se hai qualche nozione ma ti rendi conto di avere ancora qualche lacuna da colmare, allora continua nella lettura di questo articolo. Potrai scoprire in maniera semplice e veloce tutte le caratteristiche per approcciare tale metodo, per essere un professionista capace di applicarlo poi con i tuoi pazienti.

Al termine, apprenderai i casi in cui l’applicazione della tecnica Perfetti è davvero risolutiva e soprattutto riceverai molte informazioni utili per iniziare un percorso di specialista del Metodo Perfetti.

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Metodo Perfetti: come nasce e quali sono le sue principali peculiarità

Quando sei un operatore della riabilitazione e vuoi lavorare con professionalità, è quasi automatico che nasca in te il desiderio di apprendere più nozioni possibili riguardo all’esercizio del tuo lavoro. Per questa ragione è quasi scontato che professionisti affidabili come te vogliano acquisire competenze che permettano di poter stabilire le tecniche di intervento più giuste, in base ai diversi tipi di pazienti.

Entriamo subito nel vivo dunque, e cerchiamo di capire in cosa consiste il recupero delle conseguenze di determinate patologie, tramite il Metodo Perfetti: fisioterapia efficace e dai grandi benefici, in particolare se rivolta a pazienti con specifiche problematiche.

La terapia Perfetti nasce dallo studio del Prof. Carlo Perfetti che all’inizio degli anni ’70 mise a punto una tecnica riabilitativa in risposta alle conseguenze di pazienti con ictus, spasticità e emiplegie.

Negli anni la riabilitazione Metodo Perfetti è stata perfezionata e ha conosciuto diverse fasi di evoluzione, dal controllo sequenziale progressivo all’esercizio conoscitivo terapeutico, fino ad arrivare alla riabilitazione neurocognitiva.

L’approccio riabilitativo del Prof. Perfetti ha rappresentato una vera e propria svolta, rispetto agli interventi di riabilitazione precedenti, perché ha stravolto l’angolazione dalla quale gli esiti post ictus, per esempio, venivano affrontati.

Precedentemente, infatti, la riabilitazione dei pazienti post ictus e emiplegici si concentrava sul potenziamento muscolare ed era orientata sulla stimolazione dei riflessi. Con l’avvento della tecnica Perfetti, invece, il focus si è spostato sulla riabilitazione cognitiva, fondamentale per il recupero della mobilità del paziente.

In altre parole, non solo i muscoli ma anche il sistema neurocognitivo devono essere coinvolti nel processo di riabilitazione.

Il Metodo Perfetti fonda quindi le sue basi sullo stretto legame che corre fra il movimento e i processi cognitivi e mentali. Il recupero del paziente post ictus o emiplegico è quindi possibile se si lavora anche e in primis sui processi cognitivi.

Metodo Perfetti: riabilitazione solo per pazienti post ictus?

Se stai pensando che tale metodo sia riproducibile solo su pazienti che hanno avuto l’esperienza di un ictus, allora sappi che non è così.

La tecnica riabilitativa Perfetti non si limita ad essere applicata solo ai pazienti che hanno subito un ictus. Trova infatti diversi campi di intervento, in special modo per i pazienti che necessitano di recupero a causa di patologie quali ad esempio:

  • Patologie degenerative
  • Patologie afferenti all’apparato muscolo scheletrico
  • Sindromi dolorose
  • Patologie neurologiche diverse, sia del sistema nervoso centrale che del sistema nervoso periferico

Puoi notare che la tecnica Perfetti si sposa con tutte quelle patologie che necessitano di un percorso riabilitativo a livello fisico e cognitivo, al fine di raggiungere un equilibrio completo a tutto tondo.

Una delle conseguenze più eclatanti e limitanti nei pazienti che hanno subito un ictus è quello dell’afasia. Si tratta di una lesione a livello cerebrale che interessa principalmente l’emisfero cerebrale sinistro, sebbene in alcuni casi coinvolga anche parte dell’emisfero destro (in genere con i pazienti mancini). Le conseguenze dell’afasia si manifestano con un deficit del linguaggio. I pazienti non dimenticano le parole ma non riescono più ad organizzarle. Con il Metodo Perfetti, afasia e altre complicanze post ictus possono essere migliorate, grazie all’approccio neurocognitivo che mette in relazione i processi motori con quelli neurologici delle aree coinvolte in questi deficit.

Riabilitazione Metodo Perfetti: esercizi e tecniche di intervento

Ora che ti saranno evidenti l’unicità e il genio dell’intuizione del Metodo Perfetti, probabilmente vorrai sapere in che modo lavorare sul paziente nel processo di riabilitazione.

La riabilitazione neurocognitiva Metodo Perfetti si basa su quattro passaggi:

  • Fase conoscitiva del paziente
  • Fase di rilassamento
  • Fase di movimento passivo e guidato
  • Fase di movimento attivo

La prima parte del percorso riabilitativo si incentra ovviamente sulla conoscenza del paziente, sulle sue condizioni e sulla tipologia di intervento da eseguire. Con la fase del rilassamento, il paziente viene messo per un certo tempo in uno stato di immobilizzazione.

Successivamente il paziente viene guidato nell’esecuzione di specifici movimenti, in maniera passiva. È solo nell’ultima fase che si richiede la partecipazione del paziente nell’eseguire specifici movimenti da te indicati.

Gli esercizi svolti sul paziente con il Metodo Perfetti aiutano a stimolare e a sviluppare i processi cognitivi e a riattivare i movimenti del paziente, rappresentando un supporto efficace nel suo recupero.

Nella pratica. puoi intervenire con esercizi di tre diverse tipologie e gradi. Con il Metodo Perfetti, esercizi mano, piede e guida del terapista sono un punto focale della riabilitazione. Vediamo nel dettaglio in cosa consistono, per il Metodo Perfetti, esercizi arto superiore e inferiore.

Esercizi di grado 1 – consistono nell’aiutare il paziente a recuperare il controllo delle reazioni. Ad esempio si lavora sulle contrazioni volontarie, affinchè il paziente impari a gestirle, inibendole attraverso l’azione sul tono muscolare.

Per fare un esempio pratico, al paziente vengono mostrate alcune figure. Dopo averle visualizzate, gli si chiede di chiudere gli occhi e assecondare la guida del terapista nel seguire il contorno di tali immagini con la mano (condotta, appunto, dal terapista). In una fase successiva, l’operatore chiede al paziente di quale figura ha percorso il contorno.

Tale esercizio permette di mettere in gioco più forze: il paziente si attiva in un lavoro visivo nell’osservare le figure, percettivo nel farsi un’idea del contorno disegnato con la sua mano (condotta dall’operatore) e di analisi, nel verificare se la sua ipotesi riguardo alla figura corrisponde effettivamente.

Esercizi di grado 2 – la principale differenza rispetto al grado precedente, consiste nel fatto che al paziente viene richiesto di muovere l’arto superiore quasi esclusivamente da solo, nel percorrere il contorno di alcune figure, con la guida minima dell’operatore. In questo caso il tuo ruolo è fondamentale per stabilire in che misura intervenire con la tua guida e quanto arbitrio lasciare invece alla capacità cinetica del paziente. Movimenti e velocità relativa dovranno essere attentamente calibrati dalla tua competenza.

Esercizi di grado 3 – si giunge a questa fase solo dopo che il paziente abbia raggiunto un buon livello di successo nei due gradi precedenti. Durante questa fase infatti, al paziente viene richiesto di valutare eventuali discordanze fra il movimento che da operatore gli richiedi di eseguire e il movimento che effettivamente è riuscito a svolgere.

Attraverso il Metodo Perfetti, esercizi piede e mano vengono svolti con l’obiettivo di riportare il paziente al totale controllo dei suoi movimenti in maniera graduale, non meccanica ma – appunto – neurocognitiva, in modo da renderlo autonomo e riattivare i processi di ragionamento finalizzati a determinati movimenti.

Si tratta di rimettere il paziente in condizione di ragionare, analizzare e infine eseguire i movimenti raggiungendo un grado di autonomia sempre più completo. Da operatore lavori sulla consapevolezza del paziente di tutte le funzioni da mettere in gioco, anche per svolgere movimenti che un tempo erano naturali e “scontati”.

Atre tecniche riabilitative si basano sull’uso di piani e tavolette, che stimolano il ragionamento cognitivo e aiutano il paziente a riattivare in autonomia la sua mobilità. Si tratta di esercizi basati su esperienze tattili, sulla rieducazione di movimenti complessi, tramite l’uso della mano o l’uso del piede.

Conclusioni

Il Metodo Perfetti, messo a punto dal Prof. Perfetti all’inizio degli anni ’70, ha ribaltato in maniera sostanziale il concetto di riabilitazione nei pazienti nei quali si presentano gli effetti di un ictus o di altre patologie debilitanti. Questo metodo viene oggi insegnato in corsi per fisioterapisti.

Ai tradizionali metodi che si focalizzavano sulla riabilitazione motoria sic et simpliciter, il Prof. Perfetti ha introdotto una nuova tecnica basata sulla compartecipazione di più funzionalità che lavorando in sinergia, e consentono al paziente di riprendere il più possibile una vita “normale”.

Con l’avvento del Metodo Perfetti, fisioterapia e riabilitazione hanno conosciuto una visione più ampia che tiene conto dei processi neurologici oltre che di quelli motori. Un approccio, quindi, non solo incentrato sull’attenzione rivolta all’apparato muscolo scheletrico.

Con il Metodo Perfetti, ictus e altre patologie possono avere un efficace decorso, restituendo ai pazienti il diritto a riprendere il controllo motorio della propria vita. Tale metodo si svolge con l’esecuzione di tecniche non invasive che procedono per gradi e accompagnano il paziente verso un percorso di guarigione, in cui da operatore svolgi un ruolo chiave. La tua capacità di stabilire tempi e metodi è fondamentale affinché il processo riabilitativo risulti competente e apporti un concreto miglioramento sulla qualità di vita del paziente stesso.

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