Il termine terapia fisica strumentale racchiude in sé tutte quelle pratiche fisioterapiche che sfruttano determinati tipi di energia per andare a lavorare sul problema. Nata alla fine degli anni Trenta, la fisioterapia strumentale impiega calore, luce, ultrasuoni, impulsi elettrici e molte altre forme di energia per trattare l’apparato muscolo scheletrico. L’idea di base è quella di utilizzare delle energie fisiche per trattare dei problemi sia in ambito medico che fisioterapico. Questi diversi approcci di medicina riabilitativa possono essere applicati su pazienti con patologie diverse: la conoscenza approfondita delle singole tecniche, così come le modalità di utilizzo dei macchinari impiegati, è fondamentale per un corretto trattamento del problema.

L’impiego di terapia fisica strumentale può essere coadiuvato da terapia manuale e da trattamenti paralleli, come la terapia termale o similari.

Di seguito viene riportata una descrizione delle varie terapie fisiche strumentali, loro utilizzo, funzionamento e utilità terapeutica.

Terapia a ultrasuoni
Link pubblicazione scientifica https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24594854

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Come funziona la terapia ad ultrasuoni – gli ultrasuoni consistono in onde sonore ad alta frequenza, oltre i 20.000 Hz, che riescono a penetrare nel nostro organismo senza creare danni. Gli strumenti che producono ultrasuoni prevedono un complesso meccanismo al quarzo che, grazie ad un sistema di induzione magnetica, si comprime e si espande ciclicamente dando luogo alle onde ad alta frequenza. Queste onde entrano nel nostro corpo e, a vari livelli, perdono energia cedendola alle nostre strutture osteo-muscolari. È proprio questa energia ceduta che viene sfruttata per il trattamento ad ultrasuoni.

La terapia con ultrasuoni prevede oggi due vie di somministrazione: per contatto o per immersione.

La terapia per contatto diretto prevede l’utilizzo di patch ed elettrodi applicati in punti ben precisi, in contatto diretto con la pelle, ma anche la stimolazione diretta con l’apparecchio che produce le onde. La terapia per immersione prevede invece l’immersione in un bagno di acqua, con temperatura mantenuta costante attorno ai 37°C, attraverso cui possono essere condotte le onde acustiche ad alta frequenza.

La penetrazione delle onde a ultrasuoni nel corpo rilascia energia che genera calore e va a disgregare le aderenze muscolari o tendinee, stimolando il microcircolo e il drenaggio linfatico.

A chi si adatta questo tipo di terapia – la terapia a ultrasuoni viene sfruttata soprattutto in ambito ortopedico per intervenire su tendini, ossa e muscoli. Il suo impiego è previsto soprattutto in quei casi dove si vuol andare a ridurre il dolore della struttura osteo-articolare o muscolare e a incentivare un’azione antinfiammatoria. Il metodo più utilizzato è l’applicazione per contatto, per una durata di tempo dai 10-15 minuti.

La terapia strumentale con ultrasuoni ha anche delle controindicazioni. In particolare, non può essere impiegata in pazienti con neoplasie, con flebiti acute, con osteoporosi e anche in vicinanza degli organi genitali o del cuore.

Come si esegue – per applicare la terapia a ultrasuoni si utilizza un gel che ha funzione di conduttore. Si selezionerà la frequenza degli ultrasuoni e la potenza e con l’applicatore del macchinario si va ad operare un massaggio rotatorio esercitando una leggera pressione. Questa prima descrizione riguarda la terapia a contatto diretto. Il trattamento in immersione è consigliato soprattutto per quei pazienti in cui si ha un’eccesiva dolorabilità dell’arto o del sito interessato.

Le sedute, sia con il trattamento a contatto che in immersione, durano circa 10-15 minuti. I risultati nell’immediato si rivelano molto interessanti, tuttavia la durata a lungo termine degli effetti della terapia a ultrasuoni è ampiamente dibattuta. Di solito, si consiglia l’esecuzione di almeno un ciclo o due da dieci sedute ciascuno per avere dei risultati più duraturi.

Oltre che in ambito fisioterapico, la terapia strumentale a ultrasuoni viene ampiamente utilizzata in medicina estetica.

Laserterapia
Link pubblicazione scientifica
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20658006

Come funziona la laserterapia – la laserterapia sfrutta l’energia di raggi laser, radiazioni elettromagnetiche, per andare a indurre risposte biochimiche nei tessuti. In particolare, il raggio laser va a concentrarsi in una zona molto limitata, dove agisce in modo potente sulla membrana cellulare. Si possono utilizzare vari tipi di laser: laser ad elio-infrarossi, per terapie più superficiali, o laser Yag per terapie più profonde. I dispositivi in commercio oggi permettono in molti casi di regolare il tipo di emissione laser: intermittente, continua o pulsata.

L’energia elettromagnetica del laser agisce prevalentemente sulla membrana cellulare e sui mitocondri: induce dunque incremento del metabolismo cellulare. Inoltre, agisce sul drenaggio linfatico e sul microcircolo, stimolandolo. Ha azione antinfiammatori e stimolante sulla rigenerazione del Dna e sulla sintesi proteica. Diversamente da altri trattamenti, la terapia laser ha anche effetto antiedemigeno, favorendo il riassorbimento di edema. Il grande potere di questa terapia è proprio quello di concentrare in un’area super limitata un’ingente quantità di energia.

A chi si adatta questo tipo di terapia – la terapia fisica strumentale con laser trova largo impiego non solo in ambito fisioterapico, ma anche medico. Nel trattamento fisioterapico si rivela efficace nel trattamento di dolore articolare, sia di origine reumatica che degenerativa, ma anche nel trattamento dell’ernia al disco, di tendiniti e sciatalgie. È particolarmente sfruttata anche a seguito di traumatismi, anche sportivi, come lesioni dei tendini, stiramenti, sovraccarichi muscolari. Anche nei pazienti più anziani con patologie degenerative come il morbo di Parkinson o che hanno subito interventi di ricostruzione, come protesi dell’anca o del ginocchio, la laserterapia può dare ottimi risultati. Molto utilizzata tra gli sportivi per il trattamento della pubalgia, infiammazione dei legamenti e dei muscoli della zona pubica, molto dolorosa. Non deve essere applicata in pazienti con neoplasie, epilettici o in stato di gravidanza.

Come si esegue – i laser moderni hanno una grande efficacia terapeutica. La conoscenza approfondita degli strumenti è indispensabile: maneggiando in modo non adeguato tali strumenti si possono creare danni, anche gravi, al paziente. Un esempio pratico dell’applicazione della laserterapia è il trattamento della sindrome di De Quervain, patologia molto dolorosa che può essere alleviata dall’azione antalgica del laser. Si utilizza il laser direttamente a contatto con la pelle: il risultato è pressoché immediato. In pochi istanti si riesce a valutare l’efficacia del trattamento, la localizzazione specifica del dolore e la valutazione della precisione del trattamento.

Elettrostimolazione
Link pubblicazione scientifica
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/19821296

Come funziona la terapia fisica in elettrostimolazione – l’elettrostimolazione è una tecnica fisioterapica che sfrutta l’applicazione di correnti elettriche superficiali per andare a stimolare la contrazione muscolare.

A chi si adatta questo tipo di terapia – Questo tipo di terapia nasce in ambito sportivo, volta soprattutto al recupero dell’ipotono muscolare a seguito di lesioni o traumatismi. Oggi questo tipo di terapia è impiegato anche nel trattamento di patologie di natura degenerativa o reumatica.

L’elettrostimolazione è controindicata in caso di gravidanza, se il paziente ha neoplasie, conclamate o sospette, e soprattutto il paziente non dovrebbe essere un portatore di pacemaker o portatore di vecchie protesi metalliche: in questi casi, la corrente indotta dall’elettrostimolatore potrebbe creare gravi danni alla salute del paziente.

Come si esegue – l’elettrostimolazione prevede di solito l’alternanza di 10 secondi di stimolazione, dunque contrazione, seguiti da 20 secondi di riposo. Questa terapia fisica strumentale non può essere eseguita da fermi. È fondamentale che il paziento, appena sopraggiunge lo stimolo elettrico, effettui una contrazione attiva. Un esempio pratico: vogliamo rafforzare la muscolatura del quadricipite a seguito di una lesione. Si posizionano quindi gli elettrodi sul muscolo vicino all’estremità della coscia; si chiederà poi al paziente di estendere la gamba e il ginocchio in modo da contrarre il quadricipite. Per aumentare la forza e il reclutamento muscolare si può inserire una resistenza: facciamo indossare al paziente una cavigliera con dei pesi. In questo modo si andrà a coadiuvare la stimolazione passiva, indotta dall’elettrostimolazione, con la stimolazione attiva contro una resistenza generata dall’attività volontaria del paziente.

Oltre a queste tipologie di terapia fisica strumentale, ne esistono molte altre tra cui:

  • Tens – acronimo per stimolatore nervoso elettrico transcutaneo. Si avvale di un generatore di corrente connesso a degli elettrodi. È particolarmente utilizzata nella terapia del dolore. Si basa sul fatto che, durante la stimolazione dolorosa, alcune fibre nervose conducano segnali prodotti dai nocicettori, recettori per il dolore: queste fibre possono essere “silenziate” con una corrente contraria somministrata proprio dal generatore.

  • Magnetoterapia – tecnica fisioterapica che si avvale dell’impiego di campi magnetici. Si rivela efficace nel trattamento dell’osteoporosi, soprattutto nell’anziano, anche grazie all’azione antiedemigena, e inoltre può essere applicata in caso di problemi di deposizione ossea irregolare su prescrizione ortopedica specialistica.

  • Tecarterapia – è un trattamento fisioterapico molto comune. Viene utilizzato un dispositivo capace di generare calore che va ad agire sull’infiammazione localizzata. Viene impiegata soprattutto nei traumatismi osteo-articolari e muscolari, sia durante la fase acuta che in caso di dolore cronico.

È importante ricordare che le tecniche che sottendono tutte queste branche della terapia fisica strumentale sono in continua evoluzione e aggiornamento. Ogni anno si trovano numerosi corsi rivolti ai professionisti del settore, tenuti da personale ultra-specializzato, volti a diffondere la cultura della terapia fisica strumentale e le sue innumerevoli applicazioni in ambito medico e riabilitativo. È necessario rimanere costantemente aggiornati su nuovi macchinari, disposizioni mediche, linee guida e principi terapeutici, nell’ottica di fornire al paziente il miglior giovamento per la propria salute.

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