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Di sicuro conosci bene le tecniche dei massaggi, se sei nell’ambito del settore da un po’ di tempo, Al contrario, se stai compiendo ora i primi passi nel mondo dei massaggi, di certo avrai affrontato, nei tuoi studi, la frizione, una manovra di massaggio fra le più comunemente utilizzate dagli operatori del settore.

Sei convinto di sapere tutto al riguardo? Pensi di essere al corrente di ogni dettaglio che riguarda questa tecnica di manipolazione? Se la riposta è affermativa per entrambe le domande, allora ti auguriamo un brillante percorso professionale ma se abitualmente ti chiedi cosa manchi al tuo completamento come professionista, in questo caso ti diamo il benvenuto.

Abbiamo approntato questo articolo pensando a tutti professionisti che si sentono sempre pronti per crescere, che hanno voglia di arricchirsi di nuove competenze e che sfidano giorno dopo giorno i propri limiti, cercando di superarli.

Troverai nei paragrafi che seguono alcuni consigli, diversi dettagli e caratteristiche e – ci auguriamo – alcune informazioni di cui non sei al corrente, che ti supporteranno nella conduzione del tuo lavoro, in cui umanità, sensibilità e professionalità giocano un ruolo fondamentale. 

Per dirla in poche parole, se sei appassionato e spinto dalla voglia di crescere, continua a leggere e scopri qualcosa di più sulla frizione, massaggio dalle tante sfaccettature. 

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La tecnica di frizione nel massaggio: a cosa serve e quando è il momento di utilizzarla

La tecnica di frizione nel massaggio conosce molta diffusione nell’ambiente di massaggiatori, terapisti e altre figure appartenenti a questa categoria. Tuttavia non sempre è utilizzata nei contesti giusti oppure non viene eseguita in modo corretto.

Spesso non se ne conoscono le sue applicazioni in maniera completa, dal momento che sono diversi i casi in cui con le frizioni, il massaggio assume maggiore enfasi e sortisce risultati migliori.

Proviamo allora a capire la frizione nel massaggio a cosa serve e quando è consigliato utilizzarla con un paziente.

Innanzitutto, come probabilmente saprai già, la frizione nel massaggio serve a scollare le aderenze e smuovere la parte sotto la cute. L’obiettivo di questo tipo di massaggio è quello di favorire l’ossigenazione dei tessuti e contribuire in maniera molto concreta ad eliminare gli scarti del metabolismo cellulare e a liberare l’organismo dalle tossine.

È immediatamente evidente che la sua funzione è estremamente utile per favorire il corretto funzionamento dell’organismo in generale, contribuendo al benessere del paziente, fin dall’interno.

In che modo viene eseguita la frizione: tecniche e modalità di esecuzione

Prima di passare alle tecniche, è bene sapere che la frizione può essere eseguita in diverse zone del corpo umano. Puoi infatti ricorrere a questa tecnica sugli arti superiori e inferiori, sulla fascia addominale, sulla schiena, coinvolgendo quindi tutto il corpo.

La frizione si svolge principalmente con i polpastrelli, in particolar modo quando agisci su piccole articolazioni. Quando invece indirizzi la tecnica nelle aree in cui sono presenti grandi articolazioni, puoi tranquillamente ricorrere all’uso di entrambe le mani posizionate l’una sull’altra (sovrapposizione).

Nella zona della schiena, procederai lungo la fascia dei muscoli paravertebrali, risalendo dall’osso sacro fino all’area cervicale. Il movimento di frizione è utile anche nella fase iniziale del massaggio, dal momento che riscalda e predispone il paziente a ricevere il massaggio in profondità.

Quando esegui la frizione alle gambe, invece, puoi cominciare dal piede, risalendo attraverso il polpaccio per poi arrivare alla coscia. Ideale quando il paziente ha gonfiore alle gambe e problemi di circolazione in generale. 

Se hai davanti un caso di paziente che esercita attività sportiva intensa, specialmente con le gambe (runner, ciclista, ecc.); la frizione si rivela molto utile nel rilassamento del muscolo della tibia, particolarmente esposto allo sforzo durante gli allenamenti o quando il paziente affronta una competizione o una gara.

Uno sguardo ravvicinato alla frizione, zona per zona

Date le sue molteplici modalità di esecuzione e i relativi risultati, proviamo a capire come agire, in base all’area da trattare.

Quando lavori sulla schiena, è perché hai probabilmente un paziente che è stato sottoposto a un periodo più o meno breve di immobilizzazione. La frizione in questo caso serve a riattivare la circolazione sanguigna. 

La velocità di movimento è moderata ma la pressione abbastanza intensa, nella fase di ritorno invece, percorrendo la colonna dalle spalle verso l’area lombare, dovrai allentare la pressione.

Nella zona sacrale puoi intervenire in particolare con i polpastrelli dei pollici, senza mai perdere il contatto con la pelle del paziente, con la parte restante delle mani. I movimenti circolari danno il cambio alla pressione, alternandosi in continuazione. La manovra andrà svolta tra la fascia lombare e i glutei.

Anche nella fascia cervicale potrai lavorare con i polpastrelli fino alla settima vertebra cervicale. I palmi della mano invece coinvolgeranno il trapezio, appoggiandosi sulla spalla. Il movimento sarà sempre di rotazione.

Quando lavori sulle gambe, potrai posizionare il paziente prono. Il massaggio inizia con la frizione del piede e ponendo una mano sulla pianta e l’altra sul dorso del piede stesso. i movimenti rapidi permetteranno di generare calore. 

Quando passi alle gambe, specialmente se hai a che fare con pazienti sportivi, è importante frizionare con movimenti veloci il polpaccio, in gesti rotatori e esercitando una pressione abbastanza intensa che riattivi la circolazione. 

Nella zona della coscia potrai estendere movimenti fino ad arrivare ai glutei e ai fianchi, evitando la parte interno coscia. Come vedrai più avanti, è sconsigliato ricorrere a questa tecnica se il paziente ha vene varicose o capillari fragili e sensibili.

Tanti i benefici derivanti dalla frizione: ecco i principali

Data la sua natura, la frizione è in grado di apportare molti benefici al paziente, in modo particolare se sai eseguirla a regola d’arte e riesci a predisporre al meglio il paziente nel riceverla. 

Tra gli effetti positivi che derivano dalla manovra ben eseguita, si possono indicare i principali:

  • Favorisce l’ossigenazione dei tessuti
  • Ripristina il corretto flusso della circolazione
  • Concorre all’eliminazione dei residui metabolici
  • Riattiva i fasci muscolari, in particolare se vi sono periodi di lunga inattività
  • Favorisce l’eliminazione della cellulite e degli edemi

Come vedi tanti aspetti che possono concretamente supportare il paziente nel recupero di uno stato generale di benessere.

Quando la frizione non è la tecnica ideale a cui ricorrere

A fronte di tali considerazioni, occorre però anche essere consapevoli che in alcuni casi potrebbe essere utile non ricorrere alla frizione. Meglio infatti non eseguirla se il paziente ha la pelle che presenta lesioni o contusioni, oppure quando è stato di recente sottoposto a interventi chirurgici o eventi traumatici. 

Meglio evitare anche se vi sono vene varicose o nelle zone in cui siano presenti tumori o altre patologie importanti. 

La tecnica in sé assomiglia allo sfioramento ma si differenzia per la velocità e l’intensità con cui viene eseguita. Di conseguenza gli effetti sortiti dalla frizione, sono differenti e più incisivi, rispetto allo sfioramento. 

Per svolgere correttamente il massaggio con frizione, dovrai procedere in direzione del circolo venoso, verso il cuore esercitando una pressione profonda. Pressione che invece va allentata nel percorso di ritorno, onde evitare infiammazioni o irritazioni nel paziente a livello cutaneo.

Gli effetti della frizione sono sia diretti, con conseguenze direttamente sulla parte trattata, che riflessi, in quanto capace di apportare risultate in aree diverse del corpo. Questo è reso possibile dal fatto che la tecnica della frizione attiva i recettori che si relazionano con il sistema nervoso, causando reazioni in differenti zone.

In cosa consiste il massaggio a frizione trasverso

Nell’ambito del massaggio di frizione, si può considerare anche una ulteriore tecnica di applicazione, ovvero la frizione trasversa.

Innanzitutto puoi ricorrere al massaggio a frizione trasverso quando il paziente ha aderenze o una condizione post traumatica.

Per eseguire questa tecnica, poni il tendine di riferimento in accorciamento e posizioni sulla parte i tuoi polpastrelli, oppure le nocche oppure il gomito, a seconda della zona.

I movimenti saranno perpendicolari rispetto a come sono orientate le fibre e si alternano fra pressione e frizione. 

Tale manovra dovrebbe essere esercitata con una frequenza di circa 10 minuti. 

In realtà, oltre al massaggio a frizione trasverso, puoi anche procedere con la frizione circolare. Quest’ultima si esegue tramite una pressione circolare, con il pollice e l’indice sul tendine interessato. In questo modo previeni l’infiammazione dei tessuti fibrosi e li aiuti ad auto alimentarsi. Lo scopo di tale manovra è quello di favorire la cicatrizzazione. 

Gli effetti del massaggio trasverso sono quelli di:

  • Inibire la formazione di aderenze (definite anche cross link)
  • Alimentare l’eliminazione di sostanze infiammatorie
  • Ridurre il dolore
  • Favorire un effetto calmante sui tessuti nervosi
  • Sciogliere le aderenze
  • Aumentare la vasodilatazione

Tanti gli effetti benefici derivati dalla manovra della frizione, che tuttavia va eseguita con capacità e competenza. Si tratta sicuramente di una tecnica dai tanti aspetti positivi ma che richiede da parte tua, in qualità di operatore del settore, una conoscenza tale da metterti in grado di saper stabilire quando, dove e come eseguirla. 

A maggior ragione un buon livello di professionalità diventa il requisito minimo, per offrire al paziente un servizio di qualità e per assicurare il suo benessere nel medio e nel lungo termine. 

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