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La manipolazione vertebrale (Spinal Manipolation Therapy) non è altro che un micromovimento eseguito in maniera decisa e secca che coinvolge un segmento della colonna vertebrale.

Lo stiramento improvviso dei muscoli attorno alle vertebre, del disco nonché delle articolazioni vertebrali è l’obiettivo che si pone questa tipologia di trattamento e che l’operatore cerca di svolgere in sicurezza e con professionalità.

Generalmente, infatti, questo trattamento deve essere eseguito da un operatore esperto, possibilmente laureato in medicina o fisioterapia.

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Manipolazione vertebrale: quando utilizzarla?

La manipolazione vertebrale generalmente viene utilizzata nel caso di sintomatologia dolorosa nella colonna vertebrale. In particolare:

  • Lombalgie;
  • Cruralgie e sciatalgie di origine toracica e di origine lombare;
  • Dorsalgie di origine cervicale, toracica, di origine costo-vertebrale o costo-sternale;
  • Cervicalgie e cervico-brachialgie, per le cefalee di origine cervicale;

La manipolazione vertebrale: gli obiettivi e le caratteristiche

La manipolazione vertebrale è caratterizzata dallo schiocco delle articolazioni. Mi spiego meglio, questa manovra al momento dell’esecuzione è seguita da un piccolo scroscio articolare come dal suono della rottura di un oggetto rigido.

Questo rumore che si verifica in maniera spontanea dalla vertebre trattate è causato da un processo di cavitazione all’interno del quale un’improvvisa diminuzione della pressione di gas del flusso sinoviale viene rilasciato nella cavità articolare, generando il tipico rumore della “bolla che scoppia”.

È proprio lo stiramento di queste strutture anatomiche che interviene sulle cause del dolore e determina la decontrazione muscolare necessaria per il ripristino della mobilità della colonna nonché il benessere del paziente.

Lo scricchiolio, denigrato da molti in quanto considerato deleterio ed usurante per le articolazioni, in realtà, non sembrerebbe provocare i danni immaginati in quanto queste affermazioni non sono mai state sostenute da prove empiriche.

La manipolazione come gesto terapeutico

E’ possibile, quindi, denominare la manipolazione vertebrale un vero e proprio gesto medico e fisioterapico terapeutico.

Proprio per questa motivazione, il bisogno reale del paziente di essere curato attraverso questa manovra ortopedica, osteopatica o chiropratica è, generalmente, definito preventivamente.

Vari esami di controllo sono, infatti, gli strumenti necessari per realizzare il benessere del paziente.

Solo una visita medica completa del paziente potrà permettere, infatti, di stabilire se la manipolazione vertebrale potrà giovare alla salute o peggiorarla ulteriormente.

Per di più, attraverso un esame completo e dettagliato, sarà possibile anche delineare il profilo del paziente, permettendo di scegliere il tipo di manovre da eseguire nonché la sua frequenza.

Questo tipo di diagnosi, inoltre, potrà permettere di ottenere un notevole impatto terapeutico, monitorando così i risultati delle terapie: talvolta, i dolori possono essere di origine diversa da quella creduta.

Il medico è in grado di escludere o individuare l’origine veritiera della problematica attraverso l’anamnesi, la raccolta dei dati del paziente e la prescrizione di ulteriori accertamenti. Il fisioterapista può manipolare e stabilire il trattamento adeguato ma solo in presenza di una diagnosi medica.

Questo esame è strutturato attraverso tre fasi:

  • Diagnosi generale;
  • Indicazione alla terapia manipolativa;
  • Determinazione del tipo di manipolazione da fare;

Una volta che il professionista ha preso consapevolezza dei problemi e delle soluzioni da prendere in considerazione per apportare benessere al paziente, la manipolazione vertebrale può essere eseguita sia dal medico che dal fisioterapista.

La manipolazione vertebrale step-by-step

Questo movimento passivo si esegue attraverso:

1. La sistemazione del paziente.

A seconda della posizione che dovrà assumere il paziente correttamente l’operatore dovrà assumere una posizione congrua in maniera tale da eseguire la manipolazione nel miglior modo possibile, senza provocare danni al paziente.

2. La messa in tensione.

Generalmente, il segmento da trattare è immobilizzato dall’operatore finché non incontra la fine del movimento passivo su cui è necessario insistere.

3. L’impulso manipolativo o manipolazione propriamente detta.

Dopo aver scelto la direzione e la posizione con la messa in tensione attraverso un breve impulso, un movimento rapido e limitato che vince una resistenza dell’articolazione e che è accompagnato dal caratteristico schioccare.
Appena superata questa resistenza, il movimento però dovrà essere immediatamente terminato in quanto, in caso contrario, potrebbe determinare la lussazione articolare.

A seconda della tecnica di esecuzione, le manipolazioni possono essere classificate in:

1. Manipolazioni dirette,eseguite mediante pressione diretta fatta sulle ossa vertebrali trasverse o spinose;

2. Manipolazioni indirette, eseguite attraverso la costituzione di bracci di leva naturali. Questi bracci sono costituiti dalla testa, spalle, bacino e arti attraverso cui è possibile muovere il rachide;

3. Manipolazioni semi-indirette attraverso cui l’operatore utilizza anche un punto di appoggio sul rachide, oltre il braccio di leva;

Le manipolazioni semi-indirette si dividono a seconda della spinta che viene data durante l’appoggio sia in senso diretto che contrario.

Generalmente, si dividono in:

  • Assistite, le manipolazioni più potenti in quanto si aggiungono alla spinta del braccio di leva;
  • Contrariate, limitano il movimento principale e permettono di proteggere da un movimento non voluto il tratto di colonna sopra e sotto il livello in cui si effettua la manovra.

La manipolazione vertebrale e il dolore

La manipolazione vertebrale eseguita dal medico o dal fisioterapista non deve essere dolorosa così come lo stesso atto manipolativo.

Il trattamento manipolativo può necessitare più di una seduta (generalmente 3-4) ma, in alcuni casi, anche un’unica seduta può risolvere la problematica.

Nel caso in cui la manovra risultasse dolorosa per il paziente, dovrebbe essere eseguita in direzione opposta.

Se la manovra non risultasse fattibile anche in questo caso sarà un segnale importante per il medico o il fisioterapista.

I danni in seguito di una mala manipolazione, infatti, sono tanti e anche di grave entità.

Crolli vertebrali così come fratture costali sono eventi spiacevoli ma risolvibili in maniera spontanea.

La manipolazione vertebrale tra i benefici e le controindicazioni

Le manipolazioni vertebrali sono terapie molto efficaci soprattutto per la cura dei dolori benigni di origine vertebrali.

Secondo pubblicazioni ed evidenze di origine scientifica è stato possibile determinare gli effetti positivi delle manipolazioni vertebrali.

Generalmente, i benefici sono:

  • La diminuzione della sintomatologia dolorosa;
  • Il rilascio delle tensioni muscolari locali attraverso l’inibizione dell’apparato nervoso periferico;

E’ proprio per gli effetti positivi che il personale specializzato sanitario può avvalersi di queste tecniche in maniera tale da generare fattori che possano facilitare la guarigione delle patologie vertebrali.

Ma tanti sono i benefici così come le controindicazioni.

La manipolazione vertebrale, infatti, è sconsigliata a coloro che sono affetti da:

  • Malattie neoplastiche di origine primitiva o secondaria;
  • Malattie reumatiche;
  • Malattie infettive acute o croniche come ad esempio l’artrite;
  • Malattie traumatiche recenti come le fratture e/o distorsioni;
  • Osteocondrosi giovanili.

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