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Ti è mai capitato di ricevere un paziente che lamenta un dolore al gluteo o dietro al ginocchio e non sapere in che modo intervenire?

I trigger point sono una condizione di cui molti colleghi sanno ancora poco, eppure in questo campo sono stati compiuti molti progressi.

I trattamenti dei trigger point si sono evoluti a un punto tale, da essere suddivisi in molte categorie, proprio per rendere più snello il lavoro dei professionisti, nel porre fine al dolore miofasciale dei pazienti.

Se già lavori come operatore del settore o se intendi iniziare a breve, è consigliabile non trovarti impreparato difronte al cliente che chiede il tuo intervento per porre fine al dolore miofasciale causato dalla formazione di trigger point.

Continua nella lettura, per conoscere quello che c’è da sapere riguardo al trigger point gamba in particolare e a tutte le caratteristiche che lo contraddistinguono.

Potrai conoscere più da vicino come si presenta un trigger point muscolare, quali sono le cause scatenanti e in che modo intervenire, difronte a un paziente con un dolore riferito a distanza, rispetto a dove sono presenti i trigger points gamba.

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Tutto quello che accade tecnicamente quando si formano i trigger muscolari

La formazione di trigger point può dipendere da cause diverse, ovvero:

  • Stati di ansia e stress che causano la contrazione dei muscoli
  • Sovraccarichi muscolari o carichi scorretti
  • Eventi traumatici o infortuni
  • Ecc.

Si tratta dei principali fattori scatenanti che danno luogo ai trigger muscolari. Il trigger point è infatti causa della irritabilità dei tessuti interessati. In pratica il trigger point gamba si presenta quando si verifica una bandelletta tesa all’interno del muscolo. La bandelletta consiste nella contrazione di un fascio delle fibre del muscolo.

Il trigger point gamba provoca quindi la sensazione di dolore, che non sempre è localizzato nel medesimo punto in cui il trigger point è presente. Il più delle volte, infatti, il paziente avverte un dolore delocalizzato o riferito.

Da professionista esperto, puoi avere tutte le competenze necessarie per riconoscere la presenza di un trigger, diagnosticandolo con tempismo e intervenendo con il trattamento più opportuno.

Tipologie e caratteristiche del trigger point gamba

Dire di conoscere i trigger point non basta, se ne hai solo una infarinatura. I trigger point sono condizioni complesse che vanno trattate con la dovuta attenzione. Non è un caso che esista una mappatura per agevolare il lavoro di operatori come te, nel diagnosticare ad esempio il dolore muscolare trigger point adduttori piuttosto che un trigger point localizzato in altre zone.

Solo se si pensa ai trigger point gamba, puoi avere a che fare con:

  • Trigger point adduttori
  • Trigger point bicipite femorale
  • Trigger point polpaccio

Il trigger point adduttori, per esempio, è quello che si forma tra i muscoli mediali della coscia. Il muscolo adduttore, principale obiettivo preso di mira da questa tipologia di trigger point, è a sua volta formato dal muscolo gracile, dal muscolo pettineo, dal muscolo adduttore lungo e dal muscolo adduttore breve. La sua funzione è fondamentale nel movimento di flessione, rotazione, estensione delle cosce, oltre a svolgere un importante ruolo nel mantenere il bacino in equilibrio. Non è quindi difficile intuire a quali complicazioni si va in contro, in presenza di un trigger point fortemente debilitante.

Il trigger point bicipite femorale, fa capo all’omonimo muscolo posto sulla parte posteriore della gamba, che ha il compito di far flettere la gamba stessa e ruotarla verso l’esterno. Anche in questo caso si è al cospetto di un muscolo di estrema importanza per la mobilità, pertanto la presenza del trigger point ne compromette le funzionalità. Ancora una volta, è evidente quanto sia importante intervenire con tempismo sull’area interessata e essere in grado di stabilire la giusta tecnica di intervento, perché il paziente ritrovi la forma fisica ottimale.

Il trigger point polpaccio è una condizione a cui il polpaccio va facilmente soggetto. Quando si presenta questa condizione, il dolore è sia localizzato dove è presente il trigger point, che riferito all’altezza del Tendine di Achille e alla pianta del piede. Addirittura in alcuni casi, il paziente riferisce dolori nell’area lombo sacrale. I muscoli coinvolti nel trigger point polpaccio possono essere: il gastrocnemio, il soleo, il tibiale posteriore e i flessori lunghi.

Le tecniche di intervento sui trigger point gamba: come scegliere la più adatta

I trigger muscolari vanno affrontati con professionalità e non possono essere risolti con procedure manuali casuali o – peggio – improvvisate.

Se decidi di affrontare i trigger point, che siano alla gamba o in qualsiasi altra zona del corpo, è bene che tu lo faccia avendo competenze complete e approfondite.

Solo una conoscenza esaustiva ti permette infatti di eseguire le corrette diagnosi, di stabilire il trattamento più adatto e soprattutto di intervenire sul paziente con il giusto approccio.

Per questa ragione, hai molte strade percorribili, per intervenire su un trigger point gamba, ma la scelta può ricadere su alcune, piuttosto che altre, solo se la tua preparazione ti permette di avere una visuale più ampia sulla situazione specifica.

Ancor prima di decidere con quale tecnica intervenire, occorre in primis eseguire una diagnosi approfondita e poi puntare al miglioramento del flusso sanguigno nell’area interessata dal trigger point. Successivamente, dovrai procedere con la distensione della bandelletta tesa e con il rilassamento della fascia muscolare che gravita intorno al trigger point. Nella fase che precede il trattamento, sarà necessario che tu sia in grado di individuare a quale tipologia appartiene il trigger point.

Potrai infatti dover far fronte a trigger point attivi o trigger point latenti. Nel primo caso, il dolore o l’irritabilità vengono percepiti dal paziente nel punto in cui sorge il trigger point. Il trigger point sarà afferente al muscolo su cui viene percepito il dolore.

Nel caso invece di trigger point latenti, ci si trova difronte a una situazione un po’ più complicata da affrontare, in quanto spesso il paziente non avverte dolore, se non dietro sollecitazione diretta (a scopo diagnostico, in seguito a un trauma, a un sovraccarico eccessivo, ecc.).

Le tecniche di trattamento, nel dettaglio

Tra le varie tipologie di trattamento, puoi optare fra le seguenti:

Dry needling: si tratta di una tecnica basata sul principio dell’agopuntura e che consiste nell’inserimento di un ago molto sottile nel punto in cui è presente il trigger point gamba. L’ago va a raggiungere la banda fibrosa, portandola a contrarsi. Inoltre questa procedura permette la ripresa di una corretta vascolarizzazione, favorendo l’ossigenazione dei tessuti. Si tratta di una tecnica che va eseguita per mani esperte, in quanto richiede grande precisione e conoscenza della materia.

Compressione ischemica (definita anche come digito pressione). Probabilmente è la tecnica maggiormente utilizzata e consiste nella compressione della bandelletta tesa (una volta individuata), provocando una ischemia locale di pochi secondi. Questa manovra va ripetuta per 2 o 3 volte, ed è abbastanza impegnativa oltre che alquanto dolorosa per il paziente.

Stretch and spray: questa tecnica consiste nell’allungamento del muscolo interessato dal trigger point. Una volta raggiunto il punto massimo di allungamento, si applica localmente del ghiaccio spray. Il muscolo rientra in posizione di accorciamento ed è quindi possibile sciogliere il trigger point. Questa tecnica va eseguita con esperienza e capacità, per limitare il dolore del paziente.

Contrazione e rilascio: è una delle tecniche più semplici da eseguire e consiste nel far contrarre il muscolo interessato per poi rilassarlo. Ripetuto più volte, favorisce il ripristino di una corretta vascolarizzazione.

Vi sono anche altre tecniche, come la terapia miofasciale con l’utilizzo di strumenti specifici, per lo più idonei per immobilizzare la fascia muscolare interessata e supportarti, alleggerendo il carico quando esegui la pratica della compressione ischemica. Si possono utilizzare anche altri supporti come il cilindro compatto (foam roller), ma si tratta di soluzioni non efficaci quanto le precedenti.

Come fare per diventare professionisti specializzati nel trattamento dei trigger point

Ti piace tutto quello che hai trovato fino ad ora e la tua curiosità è ancora vivida e non del tutto appagata? Sei ancora più intenzionato a specializzarti in questo settore e vuoi conoscere il modo per acquisire tutte le competenze necessarie?

Se hai la voglia di diventare un professionista, sei già a metà percorso! Cosa ti manca? Il completamento con un corso di formazione che ti fornisca le competenze mancanti e che ti permettono di raggiungere il livello di specializzazione a cui ambisci.

Puoi decidere di seguire un corso trovato a caso ma che non ti completa professionalmente, oppure puoi scegliere di unirti a noi e seguire un viaggio completo nel mondo dei trigger point.

Al termine potrai mettere in pratica tutte le competenze acquisite e offrire ai tuoi pazienti servizi di qualità, mirati al loro benessere.

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In poco tempo e in maniera semplice puoi diventare un operatore altamente qualificato, capace di intervenire sui trigger points gamba con competenza e professionalità.

Se punti all’eccellenza, puoi raggiungerla in pochi passaggi e fare un salto di qualità nella tua carriera di operatore del settore.

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