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Test di Jobe: di che si tratta con esattezza? È evidente che se hai deciso di spingerti oltre il titolo di questo articolo, è perché sei un operatore del settore. È evidente anche che sei una persona che ha voglia di crescere e migliorarsi a livello professionale.

Sono i professionisti come te che danno stimolo al nostro lavoro, perché è solo con la passione e la dedizione che si possono raggiungere i grandi risultati.

Sarai senza dubbio, quindi, un operatore che ama misurare e oltrepassare i propri limiti, andando a scoprire orizzonti sempre più distanti. E se anche per te la passione è il motore di tutto, allora benvenuto fra noi. A te dedichiamo questo piccolo articolo nel quale trovare informazioni, dettagli e caratteristiche in particolare relativi al test di Jobe spalla, con cui incrementare il tuo flusso di pazienti e allo stesso tempo offrire loro servizi performanti ed efficaci.

Tra poco conoscerai tutto quello che c’è da sapere e sarai in grado di poter svolgere anche tu il test, quando ti troverai di fronte a una determinata tipologia di pazienti.

Buona lettura, lasciandoti guidare dalla tua passione per il lavoro che svolgi o che stai per avviare.

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Jobe Test: a cosa ci si riferisce, quando entra in gioco questa manovra

Parlare della manovra di Jobe può significare fare una logica associazione con la regione della spalla. Per questo motivo potremo partire da un rapido ripasso dell’anatomia della spalla, prima di comprendere il segno di Jobe nella sua esecuzione tecnica.

Quando occorre eseguire il Jobe test, spalla e cuffia dei rotatori sono le zone direttamente interessate. Non a caso spesso viene riconosciuto come test di Jobe sovraspinoso proprio per indicare la specifica regione a cui questo esame viene rivolto.

In particolare, se si sospetta una infiammazione al tendine del sovraspinato, questo segno è di grande aiuto per rivelare la presenza di disfunzioni e problemi.

Il paziente solitamente lamenta dolore nell’area del sovraspinato, il quale subisce una compressione.

Tornando all’anatomia, la cuffia dei rotatori è costituita da tendini, muscoli e articolazioni. I tendini, che danno sostegno alla spalla sono i seguenti:

  • Sovraspinato (o sovraspinoso)
  • Sottospinato
  • Sottoscapolare
  • Piccolo rotondo

Alcuni movimenti possono ridurre lo spazio fra l’omero e l’acromion e comprimere i tendini. Tale compressione ripetuta nel tempo, potrebbe generare una infiammazione, ogni volta che il paziente provi a sollevare la spalla.

Come svolgere il test di Jobe correttamente

Il test di Jobe per la spalla è specifico per la valutazione del tendine sovraspinato. Eseguirlo non è in alcun modo complesso, ma occorre che siano mani esperte a farlo per non compromettere una situazione già critica del paziente.

Per tale ragione, prima di approcciare questa manovra, è bene che impari la tecnica per svolgerla in modo giusto.

Come fare dunque per manovrare la spalla correttamente ed eseguire il test? Fai tenere al paziente il braccio in abduzione a 90°, in anteposizione a 30° e in intrarotazione. Mantenendo questa posizione, richiedi un movimento di spinta verso l’alto, mentre esegui un contrasto manualmente.

Meglio eseguire il test di Jobe laterale destro e sinistro (test bilaterale). Quanto al paziente, può rimanere a busto eretto o in posizione supina: la scelta fra le due posizioni dipende da te, e le stabilisci in base ad alcune considerazioni:

  • Peso del braccio
  • Postura del paziente

Il peso del braccio: quando il paziente si trova in posizione eretta il sovraspinato viene impegnato per eseguire l’elevazione del braccio contro gravità. Peso del braccio e spinta dell’operatore possono rappresentare due stimoli importanti per un tendine infiammato, lesionato o recentemente suturato.

Al contrario, la posizione in decubito supino permette una valutazione più accurata del sovraspinato perché lo sgrava del peso dell’arto. In posizione eretta il movimento di abduzione è ottenuto anche grazie al contributo del deltoide, la sua contrazione può favorire un dolore da conflitto sub-acromiale che accentua il deficit di forza del muscolo sovraspinato.

In decubito supino, la posizione specifica per l’esecuzione del test viene raggiunta con un minore impegno del deltoide. L’attenuazione del vettore di risalita riduce il conflitto e consente una migliore valutazione del tendine.

La postura: in decubito supino la cifosi dorsale e l’anteposizione delle spalle si attenuano per effetto della gravità e questo porta ad una riduzione del piano scapolare. Per seguire l’orientamento delle fibre muscolari del sovraspinato, il braccio può essere mantenuto in angoli inferiori rispetto ai 30° di anteposizione, caratteristici della stazione eretta.

Sia in posizione eretta che in decubito supino, è buona norma osservare l’accentuazione o l’attenuazione della cifosi dorsale e la maggiore o minore anteposizione delle spalle.

Un dolore alla zona anteriore laterale della spalla va sicuramente approfondito. Vi sono diverse tecniche, oltre quella di Jobe.

Quali test per la valutazione della spalla

I principali test per valutazione della spalla sono il test di Neer, Yocum e Jobe ma anche di Gerber e Hawkins. Vediamoli nel dettaglio, tra i più attendibili:

Test di Hawkins: si svolge facendo flettere a 90° gradi il gomito e la spalla del paziente e, ponendosi davanti a quest’ultimo, gli si fa eseguire una intrarotazione, tenendo fermo il gomito e facendo cadere dolcemente l’avambraccio verso il basso, in modo da provocare un conflitto tra la regione del sovraspinato (trachite) e il legamento coraco acromiale.

Test di Neer: viene eseguito posizionandoti alle spalle del paziente. Gli si solleva con una mano il braccio in maniera passiva, mentre l’altra mano mantiene la stabilità della scapola. Si esercita quindi una flessione anteriore in lieve abduzione. Se presente il conflitto anteriore, il paziente sente dolore quando il braccio è posizionato tra i 65° e i 125° gradi circa.

Test di Gerber: ci si posiziona frontalmente al paziente e gli si fa flettere il braccio a 90° gradi, con flessione del gomito, portandolo quindi in adduzione prima e intra rotazione poi. In tal modo la distanza tra l’omero e il coracoide viene ridotta, provocando il conflitto. Se il paziente avverte dolore, il test è positivo.

Test di Yocum: con questo testo il paziente viene fatto sedere con la mano della spalla interessata posizionata sull’altra spalla. Gli si fa quindi spingere il gomito verso l’alto, mentre l’operatore cerca di opporre resistenza. In tal modo si crea un conflitto e, se presente una tendinopatia, il paziente avverte dolore.

IRSST: (International Rotation Resistance Strength Test: con il paziente che volge le spalle all’operatore, gli si tiene il braccio a 90° gradi in abduzione e gli si fa eseguire prima la extra rotazione e poi la intra rotazione. Il test risulta positivo se il paziente presenta resistenza alla rotazione.

Fra tutti, i test di Neer e Jobe sono i più utilizzati, ma gli altri sono ritenuti altrettanto efficaci.

Andrebbero eseguiti quando il paziente avverte dolori di varia intensità, sia durante il movimento di rotazione o sollevamento della spalla, sia in posizione di riposo, come durante le ore del sonno.

Dolori alla spalla non vanno comunque mai presi sottogamba, in quanto possono celare problematiche che se fermate in tempo sono risolvibili. Se invece venissero trascurate potrebbero indurre problemi più seri che, a quel punto sarebbero rimediabili con l’eventuale intervento chirurgico o con trattamenti farmacologici, che altrimenti potrebbero essere evitati.

È buona norma approfondire la sintomatologia del paziente, in qualsiasi caso e valutare poi assieme un adeguato piano di trattamento che lo aiuti a guarire nel giro di poche sedute e con il supporto della tua professionalità di operatore competente.

Conclusioni

Del test di Jobe a questo punto puoi dirti molto più informato, rispetto a prima di entrare nel vivo di questa piccola ma pratica guida.  

Si tratta di un test importante che ti aiuta a individuare se il paziente sia affetto da infiammazioni o lesioni, per le quali lamenta dolore alla spalla e alla cuffia dei rotatori.

Data la sua funzione, la spalla è molto sollecitata da determinati movimenti, ripetuti nel tempo o eseguiti in modo scorretto, specialmente quando si è nell’atto di compiere un abbassamento o un sollevamento.

Come anticipato, le infiammazioni o lesioni riguardano l’area della cuffia dei rotatori, a livello tendineo, articolare e muscolare. In particolare, riguardo ai tendini, sono coinvolti il sovraspinato (principalmente), il piccolo rotondo, il sottospinato e il sottoscapolare.

A causa di un restringimento, i tendini vengono compressi e questo causa dolore al paziente. Se non si interviene in tempo, si può addirittura arrivare alla rottura dei tendini.

Tra i sintomi più frequenti, oltre al bruciore, il paziente presenta dolori durante il sonno, atrofia e limitazione della mobilità, in particolare durante il movimento di sollevamento.

Da operatore puoi ricorrere al test di Jobe e individuare la presenza di infiammazioni o lesioni a livello locale. Il test è abbastanza semplice, perché si svolge facendo sollevare la spalla e il braccio passivamente al paziente, tenendogli ferma la scapola.

Se il paziente avverte dolore, allora si registra un test di Jobe positivo. Altri test possono comunque essere eseguiti, come quello di Hawkins, di Gerber, di Yocum, di IRRST, di Neer.

Intervenendo in tempi adeguati, puoi aiutare il paziente con un trattamento riabilitativo e talvolta riuscire a ottenere risultati risolutivi, che permetteranno al paziente di ricorrere a interventi invasivi.

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