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Quando hai la consapevolezza che la tua strada è quella di diventare un operatore del settore della riabilitazione, puoi scegliere due percorsi: uno breve, di base e semplificato e l’altro di specializzazione.

Se avessi optato per il primo, allora non saresti qui. Per esclusione, dunque, hai preferito la scelta di una via che richiede impegno, passione, dedizione ma che sai ti porterà soddisfazioni e risultati maggiori. La buona notizia è che questo articolo è pensato per chi, come te, sceglie strade forse tortuose ma che sanno rendere in termini di risultati finali.

Tra essere un operatore “semplice” e diventare uno specialista corre una differenza sostanziale, se si pensa al tempo dedicato e all’impegno richiesto. Tuttavia sicuramente saprai già che poi si raccolgono i frutti di un albero ricco e produttivo.

In questo articolo potrai conoscere molti più dettagli relativi ai problemi di un legamento crociato anteriore e al test di Lachman, segno affidabile per rilevarli in tempi rapidi. Eseguire il test in modo appropriato e saper riconoscere i risultati, farà di te un professionista, oltre che un eccellente operatore nell’aiuto di pazienti che presentino problemi, dolori e disfunzioni al ginocchio.

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Legamento crociato anteriore: posizione e problemi connessi

Se si pensa all’ambito sportivo in particolare, il legamento crociato anteriore viene sicuramente spesso chiamato in causa. La sua lesione è mediamente frequente in chi pratica sport con una certa intensità ed una precoce diagnosi potrebbe aiutare a ipotizzare un piano di trattamento conservativo.

Il ginocchio è formato dall’articolazione sinoviale (denominata anche tibiofemorale) e rappresenta lo snodo di 3 ossa, vale a dire:

  • La rotula
  • Il femore
  • La tibia

La rotula è posta davanti al ginocchio, anteriormente al femore e alla tibia. Alla struttura del ginocchio appartiene anche una serie di muscoli e la sua funzione è quella di sorreggere il peso del corpo e permettere alcuni movimenti della gamba. Le ossa si muovono grazie alla presenza dei legamenti crociati, i quali danno anche stabilità. I legamenti sono due: il crociato anteriore e il legamento crociato posteriore.

Nell’oltre il 90% dei casi, è il legamento crociato anteriore ad essere soggetto a lesioni. La sua funzione è determinante per il corpo umano, dal momento che stabilizza l’articolazione fra l’osso femorale e quello tibiale, oltre che assolvere al compito di collegare la parte posteriore della regione inferiore del femore e la zona davanti della superficie superiore della tibia. Il suo ruolo è dunque quello di permettere al ginocchio di potersi flettere, estendere e ruotare.

Le sue misure sono davvero ridotte (3 mm per circa 10 mm di lunghezza), se si considera la sua funzione stabilizzante. Questa è una delle principali ragioni per cui è così facilmente esposto al rischio di lesionarsi.

I segnali che dovrebbero allertare su una probabile rottura del legamento

Il test Lachman è un’utile tecnica che ti aiuta a risalire alla probabile rottura del legamento crociato. Prima di eseguirla, la tua esperienza dovrebbe farti riconoscere alcuni inequivocabili segnali che lascino sospettare, appunto, la lesione.

Puoi infatti procedere al test di Lachman del legamento crociato anteriore, quando il paziente:

  • Presenta gonfiore localizzato
  • Avverte dolore
  • Percepisce instabilità

Inoltre è possibile che la rottura del legamento sia “annunciata” con il rumore tipico da lesione. È a questo punto che puoi intervenire, in tempi più rapidi possibili, con l’esecuzione del test di Lachman ginocchio.

Lachman test ginocchio: quando e come eseguirlo in modo giusto

Tra i vari possibili, il test di Lachman è fra i più attendibili quando si tratta di legamento crociato anteriore.

La sua esecuzione deve osservare alcune regole che ne rendano attendibile l’esito e non compromettano ulteriormente lo stato del paziente.

Per svolgerlo viene pertanto chiamata in causa tutta la tua professionalità e sono richieste competenze da esperto. Manovre sbagliate, imprecise, ritardate possono danneggiare il ginocchio. Ecco perché ad eseguirlo non può essere qualsiasi operatore, ma un vero e proprio specialista nel test di Lachman.

Il paziente viene innanzitutto messo in posizione supina, con il ginocchio in flessione tra i 15° e i 30° gradi. Si pone la tibia in trazione, mentre con l’altra mano viene immobilizzato il femore. La lesione è evidente se la tibia si sposta anteriormente senza opporre resistenza. In questo caso il test di Lachman positivo indica una lesione al del legamento crociato anteriore.

In taluni casi può risultare un test di Lachman falso positivo, o si parla di test Lachman negativo, se il segno non viene eseguito in maniera corretta, nei tempi giusti o quando il paziente abbia delle pregresse problematiche che interferiscono con il risultato (e quindi l’efficacia) del test stesso.

L’accuratezza è dunque requisito fondamentale per approcciare il paziente e stabilire un piano di trattamento riabilitativo che sia realmente in grado di aiutarlo nel recupero sul breve e lungo termine.

Test di Apley, test del cassetto anteriore e posteriore, test di Lachman e Jerk test

Oltre al test di Lachman, vi sono altri segni che ti possono essere d’aiuto quando, di fronte a un paziente che lamenta dolore, vuoi risalire alla condizione del suo ginocchio e fugare il dubbio che possano esservi lesioni.

Tra i principali che potresti essere chiamato ad eseguire, si possono indicare i seguenti test:

  • Test di Lachman – di cui sai abbastanza, avendo questo articolo sviscerato le principali caratteristiche
  • Jerk test– si tratta probabilmente di uno dei test più comuni, quando sospetti una disfunzione del legamento crociato anteriore. Si esegue mantenendo in intrarotazione l’arto sollevato, posizionando la tua mano all’altezza del collo del piede. L’altra mano si posiziona sulla testa del perone del paziente. Si fanno a questo punto compiere piccoli e lievi movimenti di estensione e flessione al ginocchio. Se la mano posta sul perone avverte un “clic” (jerk), allora il test si dice positivo.
  • Test di Apley – al test di Apley potrai ricorrere quando sei al cospetto di un paziente con sospetta lesione del menisco. Si fa posizionare il paziente prono, tenendogli il ginocchio in flessione di circa 60° gradi. Con il tuo ginocchio immobilizzi il retro della coscia del paziente, esercitando una pressione sull’articolazione. A questo punto fai ruotare la tibia verso l’interno e poi verso l’esterno. Se il paziente avverte dolore durante la rotazione esterna, è indice che il test è positivo ed è presente una lesione.
  • Test del cassetto posteriore – se sospetti una lesione del legamento crociato posteriore, puoi procedere con questo test. Al paziente viene posta l’articolazione in flessione a 90° gradi, in modo da mettere in evidenza la traslazione del piatto tibiale, in rapporto al femore. Se il cassetto posteriore misura entro il centimetro, allora è presente una lesione parziale. Se la misura del cassetto posteriore supera il centimetro, molto probabilmente ti trovi di fronte a un caso di lesione totale.
  • Test del cassetto anteriore – anche in questo caso al paziente in posizione supina, viene posto il ginocchio in flessione a 90° gradi. Seduto sul piede del paziente, gli tieni la tibia con le mani e la tiri verso di te. Se il movimento subisce un arresto allora il crociato anteriore non ha subìto danni.
  • Test di McMurray – un test da eseguire con il paziente in posizione supina, tenendogli fermo il tallone con una mano e con l’alta sostenendogli la parte inferiore del ginocchio. Quest’ultimo sarà messo in estensione, facendo contemporaneamente ruotare la tibia internamente e esternamente. Se il paziente prova dolore durante la flessione, molto probabilmente i corni meniscali posteriori sono lesionati. Al contrario, se il paziente prova dolore durante l’estensione, la lesione allora è a carico dei corni meniscali anteriori. Se sono già presenti, e note, lesioni ai legamenti, è meglio non eseguire in contemporanea il test di McMurray, perché potrebbe essere molto rischioso per il paziente.

Conclusioni

Non c’è molto altro da aggiungere, relativamente al test di Lachman. Molte delle informazioni recepite attendono solo di essere messe in pratica da te.

L’esercizio della tua professione sarà maggiormente efficace se saprai aggiungere la giusta dose di attenzione e sensibilità verso il paziente, da riuscire a stabilire quando e come intervenire con il test di Lachman.

La pratica in sé non è complessa, solo se saprai metterci del tuo e se sarai in grado di applicare tecniche unitamente alla tua competenza.

Ora sai che quando si tratta di problemi che riguardano il legamento crociato anteriore, il test di Lachman può rivelarsi efficace non solo rispetto ai risultati diagnostici, ma anche rispetto al trattamento che deciderai di programmare con il tuo paziente. Potrai riportarlo alla normalità e sollevarlo dal dolore, attraverso la pianificazione adeguata del tuo intervento in qualità di professionista.

La percezione di una possibile lesione del legamento anteriore, il tempestivo intervento con il test i Lachman e una valutazione di caso in caso, in base alle condizioni cliniche del paziente, faranno di te uno specialista non solo del test ma anche di tutto il processo riabilitativo per il paziente stesso.

Potrai cosi assisterlo e guidarlo nel suo percorso di guarigione, evitandogli in molti casi il ricorso a cure più invasive e meno conservative. Specializzarsi significa dare di più e offrire servizi eccellenti e unici.

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